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Dopo Anis Amri: Milano l’Italia e le schegge del terrorismo

Gli scenari dopo Anis Amridopo amri milano italia

Milioni di dati incrociati. Un’analisi globale con al centro Anis Amri, l’autista del camion della strage nella capitale tedesca. Dall’approdo a Lampedusa, al rogo appiccato al centro di accoglienza di Belpasso, dalle carceri dell’Ucciardone di Palermo e Bodenza di Enna, poi dal nord Italia a Berlino fino al fatale rientro in piena  notte a Milano.

Sono molteplici, e ancora non del tutto completamente delineati,  gli scenari aperti dall’operazione da manuale con la quale, nel corso dei  sistematici controlli, la Polizia di Stato ha bloccato e ucciso Anis Amri, in seguito alla reazione armata del terrorista che ha sparato e ferito un agente. dopo amri milano italia

La prima domanda è: cosa significa la presenza a Milano dello stragista di Berlino ? Queste le analisi di tre fra i maggiori esperti di intelligence e antiterrorismo:

Stefano Dambruoso, Parlamentare, già magistrato antimafia e consulente dell’Onu

Andrea Margelletti, Presidente del Centro Studi Internazionali

Arduino Paniccia, docente di Relazioni Internazionali all’Università di Trieste e analista di strategie militari e geopolitiche 

  • Perché rientrare nel  paese dove era più conosciuto e schedato?

 Dambruoso

L’Italia é il Paese dove ha passato  4 anni e tre mesi degli ultimi 5 anni ed  è ipotizzabile che abbia mantenuto rapporti probabilmente creatisi in carcere       

Margelletti

Evidentemente aveva punti di contatto e collegamenti attivi

Paniccia

E’ ipotizzabile la presenza di una rete interconnessa di terrorismo europeo che va dal mare del Nord al Mediterraneo. Una rete a più livelli che permette fughe rifugi e spostamenti veloci che agisce anche nel nostro paese e fa muovere in poche ore singoli o gruppi da una metropoli all’ altra. L’incursione a Milano del terrorista credo ci abbia tuttavia consentito di capire molte cose e decrittarne molte altre fino ad oggi coperte

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Stefano Dambruoso
  • Come sta reagendo l’Europa al terrorismo?

Dambruoso

L’Europa che non si arrende è quella che si dissocia dai populismi che invocano la revoca di Schengen.

Margelletti

I cittadini europei che non si arrendono al terrorismo islamico stanno dando nuovo slancio all’Unione

Paniccia 

Le reazioni nelle varie città europee sono ancora troppo differenziate e vi sono ancora troppi ritardi nella strategia comune, nella tanto auspicata condivisione dell’ intelligence e nella operatività con molte falle soprattutto nei paesi del nord.

  • Evoluzione dell’azione di contrasto nei confronti del terrorismo?

Dambruoso

In Italia si é già legiferato nel 2016 per adeguare il contrasto al terrorismo dell’ISIS ed oggi si tenta di introdurre il tema della deradicalizzazione.

Margelletti

Rimangono in atto le stesse procedure e le misure di sicurezza che hanno dimostrato di funzionare

Paniccia
Si certo, ora sappiamo che non solo siamo una delle basi europee ma anche un obiettivo del terrorismo. Certo ci restano delle differenziazioni rispetto ad esempio Parigi o Bruxelles, in Italia il terrorista è più solo che nel quartiere interamente arabo o nella banlieu con qualche milione di magrebini

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Arduino Paniccia
  • La continuità dei controlli a tappeto è efficace soltanto nelle aree metropolitane?

Dambruoso

La sicurezza é garantita anche da quegli appartenenti alle forze dell’ordine che non operano specificatamente sul terrorismo

Margelletti

Ovviamente le aree metropolitane sono più esposte perché il terrorismo si nutre anche di propaganda  e compiere per esempio un attentato per così dire a  Poggio Buscone di sotto ha un impatto mediatico molto diverso da un attacco effettuato in una grande città

Paniccia
La logica del terrorismo si nutre di zone franche, rifugi dove trovano cibo armi, danaro e sostegno. Il controllo quotidiano e costante apporta  un insieme di informazioni per il monitoraggio dei flussi e degli spostamenti, e nel contempo dimostra che per i terroristi  non vi sono spazi possibili, non c’è tregua.
Questa è la base per proseguire più duri e agguerriti il nostro già efficace contrasto che dura da anni

  • L’Italia è ora  più esposta?

Dambruoso

E’ ancora presto per dirlo

Paniccia

Si, dagli anni 70 in Italia si sono aggirati molti terroristi. Ma investigatori e intelligence li hanno ripetutamente individuati e neutralizzati

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Andrea Margelletti

Margelletti
Direi di no, sinceramente penso di no. Abbiamo soldati a Mosul, ad Ebril, in Libano, Afghanistan, Libia ma certamente questo è il primo intervento diretto contro l’Isis. Quindi bisogna  vedere le ipotetiche reazioni, tenendo presente che si tratta di realtà oramai singole, non tanto organizzate.

 

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Gianfranco D'Anna
Gianfranco D'Anna
Fondatore e Direttore di zerozeronews.it Editorialista di Italpress. Già Condirettore dei Giornali Radio Rai, Capo Redattore Esteri e inviato di guerra al Tg2, inviato antimafia per Tg1 e Rai Palermo al maxiprocesso a cosa nostra. Ha fatto parte delle redazioni di “Viaggio attorno all’uomo” di Sergio Zavoli ed “Il Fatto” di Enzo Biagi. Vincitore nel 2007 del Premio Saint Vincent di giornalismo per il programma “Pianeta Dimenticato” di Radio1.
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