Passioni e ossessioni. Contrapposizioni che spesso, purtroppo, riguardano gli animali d’affezione. Secondo tutte le statistiche gli amici a quattro zampe rappresentano un toccasana per l’umore e l’equilibrio del 90% dei padroni.
Non tutti, non sempre però, perché purtroppo la passione in taluni casi si trasforma nell’ossessione di chi proietta le proprie ansie di perfezione su amorevoli e indifesi animali domestici. Un’ansia ossessiva, che talvolta evidenzia disturbi psicosomatici, e tracima in autentico accanimento estetico nei confronti dei malcapitati bau & miao.
Secondo questa aberrazione, anche i cani e i gatti di casa, eletti a status symbol, devono essere bellissimi e senza imperfezioni, a costo di intervenire chirurgicamente. A volte il pretesto è dato dai concorsi di bellezza, dove code e zampe devono essere perfettamente rispondenti a standard d’eccellenza, e poco importa se gli interventi di chirurgia estetica determinano la squalifica.
La moda della chirurgia plastica per animali è nata in Brasile, patria degli interventi di bellezza a suon di bisturi facili e poche garanzie igienico sanitarie. Dall’America latina, agli Stati Uniti la chirurgia estetica animale a gogò ha poi invaso Inghilterra ed Europa.
Sempre più spesso i veterinari verificano come cani e gatti vengano sottoposti a crudeli, quanto dolorosi, e soprattutto inutili e rischiosi interventi di chirurgia estetica.
Sugli animali domestici non solo vengono effettuati interventi necessari per problemi di salute, come ad esempio le operazioni alle narici dei bulldog con problemi respiratori, ma veri e propri interventi di chirurgia plastica.
La chirurgia estetica e plastica per gli animali domestici è, secondo quanto riportato dal The Telegraph, in continua crescita.
La compagnia britannica di assicurazione specializzata in polizze per gli animali domestici, PetPlan, ha pubblicato di recente i dati sulle richieste di risarcimento ricevute dai proprietari di cani inglesi.
Secondo questi dati, infatti, non solo c’è stato un aumento del 25% degli interventi estetici al naso dei cani negli ultimi 3 anni, per un costo di 2.5 milioni di dollari, ma sono aumentati anche gli interventi estetici alle palpebre.
Un vero e proprio trend che vede impianti al silicone, lifting alle palpebre che cadono per avere occhi più freschi, rinoplastiche per nasi troppo schiacciati o lunghi. In molti casi i veterinari le giudicano operazioni «necessarie da un punto di vista medico >> .
Diventa invece più difficile comprendere la necessità di ricorrere al taglio delle orecchie o ancora peggio all’impianto sui cani dei “Neuticles”, i testicoli al silicone che possono essere applicati durante la stessa procedura in cui i quattrozampe vengono castrati. Una soluzione che sembra vivere un vero e proprio boom: secondo le cifre fornite dai produttori di tali impianti, più di 500mila animali domestici hanno ricevuto i testicoli artificiali da quando questo prodotto è stato messo sul mercato nel 1995. Un’operazione che non ha alcuna utilità per i cani, ma è “puramente cosmetica”, una scelta fatta dai proprietari che evidentemente non sopportano di vedere i risultati della castrazione da loro fatta praticare. L’impianto dei Neuticles prevede però l’anestesia generale e presenta un alto tasso di rischio di mortalità.
Secondo un secondo quotidiano inglese, il Daily Mail, un altro intervento chirurgico molto popolare e doloroso è la liposuzione, in quanto più della metà dei cani e dei gatti europei ed americani sono sovrappeso oppure obesi.
Per non parlare dell’asportazione delle unghie ai gatti, intervento dolorosissimo, nonché dannoso dal punto di vista psicologico per i felini che con le unghie mantengono l’equilibrio e manifestano affetto durante le” fusa”.
Mai più inoltre orecchie cadenti o palpebre sporgenti, inammissibili denti storti o mammelle appesantite dopo l’allattamento dei cuccioli.
Casi estremi situazioni limite, si affannano a ripetere i veterinari.
Ma il fatto che l’anno scorso il numero di questo tipo di interventi sugli animali domestici abbia sfiorato il mezzo milione, prova l’esistenza di una casistica orribile e disumana che va ad aggiungersi a tanti altri innumerevoli, casi di gravi maltrattamenti nei confronti degli animali.
Una casistica che non deve farci dimenticare mai le parole della grande anima di Gandhi : “La grandezza di una nazione e il suo progresso morale si giudicano dal modo in cui tratta gli animali“