Letizia Battaglia, scomparsa ad 87 anni in una Palermo annichilita e ripiegata su se stessa alla vigilia di una Pasqua senza resurrezione, é stata la più obiettiva e precisa combattente antimafia.
Il suo clic non era quello del grilletto, ma della macchina fotografica. Eppure ogni suo scatto ha inferto a cosa nostra più colpi letali di cento kalashnikov perché ha storicizzato la ferocia della mafia e reso immortali le vittime e non i carnefici.
Ha trasformato la fotografia nella sua personale liberazione di giovane donna ribellatasi contro gli stereotipi di una società palermitana maschilista ed ipocrita e l’ha fatta diventare volano di denuncia e di redenzione di una città irredimibile, ma che da capitale della mafia ha trovato la forza di trasfigurarsi nella capitale dell’antimafia.
Insignita di numerosi premi come l’Eugene Smith e l’Eric Salomon Award, ha collaborato con le più importanti agenzie giornalistiche mondiali ed amato viaggiare, soprattutto in Africa.
Tra la fine degli anni 80 e i primi anni ’90 si è occupata anche di politica. E’ stata consigliera comunale con i Verdi ed assessore comunale in una delle giunte guidate da Leoluca Orlando che fra i primi ha espresso il cordoglio della città per la scomparsa della grande fotografa.
Tra i suoi soggetti preferiti c’è sempre stata la donna. E le sue foto sono quasi sempre state in bianco e nero. I colori del bene e del male.