Conte addio. La scomunica di Beppe Grillo è solenne e pesante come una bolla papale: ”non ha né visione politica, né capacità manageriali. Non ha esperienza di organizzazioni, né capacità di innovazione. Non possiamo lasciare che un movimento nato per diffondere la democrazia diretta e partecipata si trasformi in un partito unipersonale governato da uno statuto seicentesco.”
Amen e così sia, dixit Grillo che fa calare il sipario sulle ambizioni del sedicente avvocato del popolo. Prima di assestate il gran colpo finale ad effetto che resuscita il rapporto con Davide Casaleggio, ovvero l’indizione delle votazioni sulla piattaforma Rousseau, il garante fondatore dei 5 Stelle smonta la presunta fenomenologia di Conte classificandolo nè più nè meno come un illusionista, tanto che arriva a dire dell’ex Premier che “può creare l’illusione collettiva (e momentanea) di aver risolto il problema elettorale, ma non è il consenso elettorale il nostro vero problema. Il consenso è solo l’effetto delle vere cause, l’immagine che si proietta sullo specchio. E invece vanno affrontate le cause per risolvere l’effetto ossia i problemi politici (idee, progetti, visione) e i problemi organizzativi (merito, competenza, valori e rimanere movimento decentralizzato, ma efficiente). “
Conte per Grillo non è più la persona giusta al posto giusto. L’anatema finale apre una frattura esistenziale nel Movimento ed equivale ad un ultimatum per i big come Di Maio e Fico, parlamentari, consiglieri regionali, sindaci leader e gregari locali, iscritti e votanti: o con me o contro di me, o con Grillo sotto il simbolo dei 5 Stelle, oppure fuori alla ricerca del partito che ancora non c’è di Giuseppe Conte, Rocco Casalino e company.
Cosa rimarrà – si chiedono gli ambienti parlamentari- dopo la centrifugazione da parte di Grillo del Movimento?
E che prospettive ha l’ex Premier? Già, come replicherà Conte? La telenovela si trasforma in faida? Una sfida a colpi di invettive e di offerte di candidature elettorali ai parlamentari che saranno essenziali per consentire l’eventuale formazione dei gruppi del Conte Party alla Camera e al Senato. Ritornerà il tormentone dei Ciampolillo e dei volenterosi ?
La risacca politica innescata da Grillo si avverte intanto sempre più forte al Nazareno, dove agli strateghi delle alleanze di lungo corso incentrate su Conte sta mancando il terreno sotto i piedi. Un terreno reso già sdrucciolevole dai sondaggi delle amministrative a Roma , Milano e nelle altre grandi città.