Oltre a non esservi pace, rischia di non esserci neanche giustizia per il processo in corso, dinnanzi alla Corte d’Assise di Brescia, a carico di Roberto Zorzi, il terrorista neofascista legato ai gruppi Anno Zero e Ordine Nuovo ed accusato di essere tra gli esecutori, il 28 maggio 1974, della strage di Piazza della Loggia.
Quel giorno l’esplosione di una bomba, situata dentro un cestino dei rifiuti sotto il porticato della piazza, uccise otto persone e ne ferì altre 102 durante una manifestazione sindacale contro il terrorismo neofascista.
Roberto Zorzi, veronese,72nne, vive nel Nordovest degli Stati Uniti, nello stato di Washington, nei pressi del confine con l’Alaska, dove gestisce un allevamento di cani dobermann chiamato “Del Littorio”. I suoi difensori hanno fatto presente che è disponibile a testimoniare, ma soltanto in videocollegamento.

A distanza di oltre 50 anni dalla strage, l’azzeramento del procedimento é connesso al trasferimento del Presidente della Corte d’Assise, Roberto Spanó, che ha scelto di andare al settore civile del tribunale di Brescia dove inizierà il nuovo incarico il prossimo 8 settembre.
Spanó, magistrato con una lunga e prestigiosa esperienza riguardante i principali casi di cronaca degli ultimi anni e in generale la cronaca giudiziaria bresciana fin dagli anni Novanta, ha optato per il trasferimento dopo che il Csm nei giorni scorsi ha avviato la pratica per trasferire il sostituto procuratore Roberta Panico per incompatibilità.
La pm, in forza alla direzione distrettuale antimafia in Procura a Brescia, é infatti la moglie di Spanó e il caso di incompatibilità é stato sollevato davanti al Consiglio superiore della magistratura dalla Presidente della Seconda sezione penale Cristina Amalia Ardenghi nel 2023, durante un’audizione in commissione sui carichi di lavoro nelle diverse sezioni penali, dopo che da 17 anni i coniugi Spanó-Panico lavoravano nello stesso tribunale senza mai essersi incrociati in aula per un processo. Con il trasferimento al tribunale civile di Spanó decade l’incompatibilità con la moglie pm in Procura.
La prima commissione del Csm ha già proposto l’archiviazione della pratica, disponendo l’applicazione di Spanó ai “processi penali – che sta presiedendo – prossimi alla decisione”.

Mercoledì il plenum del Csm deciderà sulla definitiva chiusura del caso. Resta da capire la sorte del processo sulla strage di Brescia che rischia di dover ripartire da zero con il cambio di presidente.
Con 22 testimoni ascoltati su 139 non potrebbe rientrare infatti nei criteri di un procedimento “prossimo alla decisione” come inteso dal Consiglio superiore della magistratura.
“Nel corso dei 17 anni di convivenza all’interno del medesimo Palazzo di Giustizia non sono mai insorte criticità da parte dell’utenza, ossia da parte di coloro che, almeno astrattamente, avrebbero potuto avere interesse a segnalare eventuali profili di incompatibilità” hanno scritto magistrati marito e moglie Roberto Spanó e Roberta Panico,nella memoria depositata al Csm contro la pratica di incompatibilità. “I dati statistici – hanno sottolineato nella memoria al Csm Spanó e Panico – hanno dimostrato che, a far data dall’anno 2018, solo 3 processi su 1830 (di cui uno monocratico) sono transitati dalla prima alla seconda sezione penale in ragione dell’incompatibilità”. E ancora: “Abbiano sempre agito con trasparenza alla luce del sole, senza mai nascondere nulla. Abbiano esplicitato senza ritardo sin dall’insorgere il nostro legame affettivo. Non siamo mai stati ricusati, né in ragione del rapporto di coniugio, né per altri motivi. Mai si sono verificate interferenze tra le reciproche attività lavorative”.

fonte Ansa