L’autunno e l’inverno di Vladimir Putin si prospettano molto diversi dalla narrazione propagandistica del leader vincitore diplomaticamente e militarmente sull’Ucraina, della Russia tutt’altro che isolata ed anzi protagonista del rilancio dell’alleanza anti Usa ed anti occidentale con la Cina, l’India e i paesi emergenti.

Sono, in controluce, le stesse fonti moscovite ad evidenziare una realtà alternativa di dimensioni che è ancora prematuro valutare esattamente, ma che comunque é indicativa della complessità che si muove dietro le quinte del Cremlino.
E’ la stampa russa ad anticipare infatti l’uscita di scena Dmitry Kozak, considerato l’ultimo non falco dell’entourage di Putin. Il Presidente russo ha ordinato la chiusura dei due dipartimenti diretti da Kozak, unico esponente dell’Amministrazione presidenziale a esprimersi contro la guerra in Ucraina, anche se mai pubblicamente.

Secondo il New York Times, il 66enne Kozak, che comunque non può essere certo essere definito una colomba, ha deluso Putin continuando a sostenere una posizione contraria alla guerra contro l’Ucraina.
Già pochi giorni dopo l’inizio dell’invasione, nel febbraio del 2022, Kozak aveva fatto trapelare di aver consigliato il Presidente di non dare inizio al blitz e nei mesi successivi gli aveva presentato una bozza di accordo di pace negoziato con Kiev che Putin aveva respinto.
Iniziativa che gli era costata una prima rimozione dagli incarichi sui dossier riguardanti l’Ucraina. Dossier passati sotto il controllo del vice capo di gabinetto del Cremlino Kiryenko, in ascesa nell’Amministrazione e a cui sono stati affidati oltre che i territori occupati ucraini anche altri dossier che un tempo erano di Kozak, come la Moldova e le regioni della Georgia di Abkhazia e Ossezia del Sud.
Capo gabinetto di Putin appena nominato Premier nel 1999, Dmitry Kozak che aveva prestato servizio nelle forze speciali sovietiche ed aveva lavorato con Putin all’Amministrazione di San Pietroburgo negli anni Novanta, ha gestito la preparazione dei giochi olimpici invernali di Sochi, come vice Premier, carica che ha mantenuto per 12 anni, e in seguito ha supervisionato l’integrazione della Crimea alla Russia, dopo l’annessione della regione.

In attesa di capire se é un prezzo che, per bilanciare le finte aperture negoziali a Trump, il Presidente russo ha dovuto pagare all’ala oltranzista del Cremlino che preme per una escalation della guerra contro l’Ucraina anche a costo di usare bombe atomiche tattiche, di ridotte dimensioni, ma con impatto nucleare superiore alle bombe di Hiroshima e Nagasaki, l’uscita di scena di Kozak smaschera in ogni caso le reali intenzioni di Putin di continuare la guerra ed é l’ulteriore riprova della messinscena dell’avvio di trattative con la Casa Bianca.
Un conflitto che costringe la Russia a destinare il 40% del suo bilancio al finanziamento dell’economia di guerra.
Sul piano militare non vi sono invece dubbi interpretativi. Pur con tutti gli spietati bombardamenti contro le infrastrutture civili e la popolazione, la situazione non è affatto favorevole a Mosca.

E la fonte é in prima persona il Capo di Stato Maggiore russo e comandante delle truppe di invasione Generale Valery Gerasimov, che il 30 agosto, ha riunito i suoi comandanti di vertice per “riassumere i risultati delle operazioni del periodo primavera-estate e chiarire i compiti per il futuro”.
Dalle valutazioni di Gerasimov, si evince che nonostante ” l’iniziativa strategica sia interamente nelle mani delle forze russe”, la tanto decantata offensiva estiva ha fatto solo progressi marginali e non ha nemmeno conquistato le quattro regioni ucraine rivendicate dalla Russia nel 2022, quando iniziò la guerra.
Mentre non si capisce perché se é vero che i russi abbiano ammassato oltre 700 mila soldati per scatenare l’offensiva, questa non sia scattata nei mesi più caldi e debba iniziare in concomitanza con le prime piogge autunnali.
Inoltre secondo le stime incrociate dell’intelligence americana, inglese ed europea, i modesti progressi sono stati ottenuti al costo immenso di oltre 1 milione di morti e feriti russi.

In autunno e in inverno per Mosca l’attuale panorama militare, diametralmente opposto a quello che viene ostentato, é destinato ad aggravarsi progressivamente per la ripresa del massiccio riarmo da parte degli Stati Uniti e dell’accresciuto apporto dell’Europa all’Ucraina.
Kiev sarà inoltre dotata di missili a lunga gittata in grado di colpire le basi logistiche, gli arsenali di armi, i depositi e gli snodi dei trasporti in tutto il territorio russo.
