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Referendum: la fronda del SI che spacca la magistratura

by Gianfranco D’Anna

L’effetto Barbera infiamma le chat dei magistrati. L’articolo sul Foglio del Presidente emerito della Corte Costituzionale, che definisce la separazione delle carriere una inevitabile riforma liberale che non porterà ad una subordinazione dei Pm al potere politico, ha aperto una breccia nella grande muraglia dell’Anm che attraversa l’Italia.

“Io voterò Sì” scrivono diverse toghe nei messaggi privati ai colleghi, a latere dell’articolo di Augusto Barbera.

L’ex deus ex machina dell’accusa dell’inchiesta di Mani Pulite, Antonio Di Pietro, non é il solo a rompere il fronte del NO dei magistrati, ma la fronda del SI procede ancora a “quota periscopio” rifiutando interviste e dichiarazioni.

Negli ambienti delle correnti della magistratura, fra i cultori “del sospetto come anticamera della verità”, affiorano tuttavia i ricordi di come e quanto i giudici di ArticoloCentouno abbiano contestato nel recente passato l’Anm ed in particolare si siano sempre detti favorevoli al sorteggio.

Referendum: la fronda del SI che spacca la magistratura
Andrea Reale

“Nessuna fronda del SI. Non è così. Siamo assolutamente contrari, non condividiamo affatto la separazione delle carriere” risponde deciso Andrea Reale, 52 anni Consigliere di Corte d’Appello a Catania e rappresentante di ArticoloCentouno  presso il Direttivo Centrale dell’Anm.

Una posizione condivisa da tutti? 

“ArticoloCentouno – specifica il Giudice Andrea Reale – é un movimento di pensiero interno all’Anm che mantiene coerenza alle sue idee e al programma presentato ai propri elettori, poco più di 300 nell’ultima tornata elettorale dell’Associazione magistrati. Non é allineato per antonomasia a nessun altro gruppo e a nessuna linea di pensiero univoca. Abbiamo già manifestato apertamente il nostro parere negativo nei confronti della legge costituzionale in ordine alla separazione delle carriere e all’Alta Corte disciplinare. Confermiamo il nostro placet, invece, al terzo pilastro della riforma, che è il sorteggio per la scelta dei componenti del Csm.”

Quà e là, in tutte le componenti dell’Anm affiorano posizioni di magistrati propensi per il SI. Che impressione ha della compattezza delle toghe?  

“Ci sono componenti trasversali tra le toghe pronte a votare SI. Per pudore e per altre ragioni preferiscono non dirlo apertamente, così come molti sono i colleghi che non condividono l’idea degli organi deliberativi associativi di costituire un comitato referendario a favore del NO.  Insomma, si tratta di una apparente compattezza quella che sembra affiorare dalle decisioni assembleari e delle correnti riunite.” Referendum: la fronda del SI che spacca la magistratura

Come immagina il the day after del referendum? 

“Penso che porterà certamente cambiamenti, in uno o nell’altro senso. La vittoria del SI modificherà l’assetto della magistratura sia a livello costituzionale sia nel funzionamento dell’organo di autogoverno e della giustizia disciplinare, si auspica senza stravolgimento dell’equilibrio dei poteri attuale. La vittoria del NO avrà certamente ripercussioni sul piano politico e parlamentare, molto dipende dai toni del confronto e dal reciproco rispetto dei ruoli. Non dovrebbe essere, comunque, la sconfitta del Governo, come non dovrebbe esserlo della Magistratura nel caso di vittoria del SI.Referendum: la fronda del SI che spacca la magistratura

Le tensioni sul referendum e le celebrazioni, l’anno prossimo, degli 80 anni dell’Assemblea Costituente: cosa sopravvive di quello spirito costituente unitario che diede vita alla Costituzione? 

“La Costituzione italiana è una delle più belle al mondo e una delle più invidiate. Il referendum è l’apoteosi del coacervo di diritti civili che essa garantisce ai suoi cittadini; é un istituto di democrazia diretta, perché consente a ciascuno di noi di farsi personalmente legislatore. L’art. 138 della Costituzione sulle modalità di esercizio di questo metodo di consultazione popolare è una delle norme di questa Costituzione. E l’indizione del referendum da parte del Capo dello Stato dimostra che la Carta fondamentale della Repubblica Italiana è viva e vegeta. La consultazione referendaria del 2026 sarà il modo migliore per celebrare la sua  grande attualità.”Referendum: la fronda del SI che spacca la magistratura

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Fondatore e Direttore di zerozeronews.it Editorialista di Italpress. Già Condirettore dei Giornali Radio Rai, Capo Redattore Esteri e inviato di guerra al Tg2, inviato antimafia per Tg1 e Rai Palermo al maxiprocesso a cosa nostra. Ha fatto parte delle redazioni di “Viaggio attorno all’uomo” di Sergio Zavoli ed “Il Fatto” di Enzo Biagi. Vincitore nel 2007 del Premio Saint Vincent di giornalismo per il programma “Pianeta Dimenticato” di Radio1.
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