Almasri é un macellaio di tali proporzioni da superare perfino gli standard dell’orrore dell’agghiacciante tradizione gheddafiana della Libia. Tanto che la Procura generale di Tripoli lo ha fatto arrestare ed intende processarlo per omicidi e violazioni dei diritti umani ai danni di una decina di detenuti affidati alla sua custodia.

La definizione omicidi e violazioni dei diritti umani, secondo la Corte penale internazionale che ha emesso all’inizio dell’anno un mandato di cattura nei confronti di Almasri, si riferisce più specificatamente alle torture inflitte ai detenuti, molti dei quali non sono sopravvissuti.
Le notizie che arrivano dalla Libia stanno mettendo in grave imbarazzo il Governo italiano ed in particolare il Ministero della Giustizia, che al culmine di un inestricabile pseudo pasticcio giudiziario-amministrativo, avrebbe disatteso l’ordine di consegna al Tribunale Internazionale del Generale libico Osama al Najem, noto come Almasri, arrestato al suo arrivo a Torino il 19 gennaio. Anzi dopo essere stato rilasciato il generale torturatore venne rispedito a Tripoli con un volo di Stato.
Imbarazzo dell’esecutivo acuito dalle dichiarazioni giustizialiste del Premier libico Abdulhamid Dabaiba che implicitamente prende le distanze dal trattamento di riguardosa impunità riservato dal nostro Paese ad Almasri.


