Roma sempre più caput mundi, persino per gli inglesi…. Come dimostra la ricerca di un gruppo di esperti internazionali, realizzata utilizzando immagini satellitari ed una molteplicità di fonti urbanistiche, archeologiche e storiche, oltre che sul ruolo fondamentale del diritto romano, la capacità amministrativa e la potenza militare, la grandezza di Roma era incentrata sulla realizzazione di un’infinità di strade in tutte le province dell’impero. Lo studio ricostruisce con precisione senza precedenti circa 300.000 km di strade romane, rivelando rotte dimenticate e segnando un punto di svolta negli studi sull’antichità. La viabilità dell’antica Roma costituisce ancora oggi, evidenzia lo studio internazionale pubblicato dal quotidiano britannico The Times, l’esempio del più efficiente e duraturo sistema stradale.
“Tutte le strade portano a Roma“, recita il proverbio, come se gli ingegneri dell’impero avessero gentilmente tracciato una linea retta da ogni angolo sperduto delle province fino al Foro.
La realtà, come dimostra un nuovo studio, era persino più estesa ed imponente.
Per secoli, gli storici hanno cercato di ricostruire la rete di trasporti romana, scoprendo solo che gran parte di essa è crollata o è scomparsa. Un progetto di ricerca ha rivelato che i Romani costruirono molte più strade di quanto chiunque avesse mai pensato.
Il progetto, Itiner-e, é frutto del lavoro di un gruppo internazionale di archeologi e storici provenienti dalle università di Aarhus, Barcellona, Cambridge, Lione e Istanbul, tra gli altri.
Si tratta, a loro dire, della mappa più dettagliata del suo genere mai realizzata, che traccia circa 300.000 chilometri di strade romane, quasi il doppio della distanza registrata nel Barrington Atlas of the Greek and Roman World , l’opera di riferimento standard.
Le fonti spaziano da antichi itinerari di viaggio e percorsi dei cammelli del XIX secolo a carte militari sovietiche, rilevamenti ottomani e immagini declassificate di satelliti spia americani.
Il risultato é una rete molto più fitta di quanto suggerissero le mappe precedenti, soprattutto nella penisola iberica, nel Nord Africa e in Egitto. Roma è meno il centro di un hub e più parte di una rete che si estende dal Galles al Levante.
Un’impalcatura di arterie stradali – le viae publicae mantenute a spese dello Stato per collegare le principali città – completata da una vasta rete di percorsi secondari che collegano città più piccole, fattorie, villaggi, cave, porti e avamposti militari.
Secondo Tom Brughmans dell’Università di Aarhus, autore principale dello studio, la mappa recentemente dettagliata consente per la prima volta ai ricercatori di testare il luogo comune secondo cui le strade romane fossero dritte come una freccia.
Utilizzando un set di dati preciso e diffuso a livello di impero e una misura chiamata sinuosità (quanto è “ondulata” una linea), Brughmans e i suoi colleghi hanno analizzato la reputazione dei Romani per la loro disciplina geometrica.
Il verdetto? Le strade romane erano dritte, ma solo quando il paesaggio lo permetteva. Le strade moderne sono, in media, più dritte, in parte perché le auto che viaggiano ad alta velocità non riescono a gestire le curve strette.
Solo circa il 3 per cento delle strade romane ha lasciato resti visibili o documentazione evidente.
Circa il 90% della rete recentemente tracciata è costituito da percorsi “ipotizzati”. Si tratta di strade la cui esistenza è nota grazie ad antiche guide turistiche, iscrizioni su pietre miliari, scavi archeologici e altre fonti.
Nel caso di percorsi ipotetici, il percorso esatto é stato cancellato da inondazioni, aratri medievali e sviluppo moderno. Per dedurre la linea più plausibile, i ricercatori hanno applicato le regole seguite dagli ingegneri romani: evitare valli umide, mantenersi sui crinali e, in generale, seguire la logica del paesaggio.
Il restante 7 per cento della rete è etichettato come “ipotetico”: percorsi fortemente suggeriti da fonti antiche ma con prove troppo scarse per poter essere tracciati con precisione.
Per gli storici, la nuova mappa potrebbe rivelarsi significativa. L’impero appare più compatto. Potrebbe aiutare a spiegare come Roma gestisse le sue province remote: come gli ordini viaggiassero dai governatori alle guarnigioni, come grano, tasse e malattie raggiungessero la capitale, come il cristianesimo avanzasse oltre i confini, come le Legioni si precipitassero verso le zone più critiche.
Molte strade romane seguivano percorsi più antichi, preromani. Altre sarebbero state deviate a causa delle migrazioni delle città o dei successivi Imperatori che ne migliorarono o trascurarono la manutenzione. La rete non era un progetto grandioso e fisso, ma un mosaico che si sviluppò e si modificò nel corso dei secoli.
Tuttavia, Brughmans osserva che i percorsi adottati dai Romani spesso ci guidano ancora oggi. “Abbiamo identificato una moderata correlazione positiva tra le strade romane e le principali strade moderne”, ha affermato.
In altre parole, se vi trovate su una delle principali strade moderne d’Europa, é molto probabile che siate molto vicini a una strada romana. A volte vi troverete proprio sopra.