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Rubrica di critica recensioni anticipazioni
by Beatrice Agnello
L’inizio della rivoluzione francese, il miracolo di Santa Rosalia della scomparsa della peste e altro ancora: cosa celebrare il 14 luglio?

Cominciamo con quanto scriveva Leonardo Sciascia nel 1965: “Ma una festa religiosa, che cosa é una festa religiosa in Sicilia? Sarebbe facile rispondere che é tutto, tranne che una festa religiosa (…) È, innanzi tutto, una esplosione esistenziale; l’esplosione dell’es collettivo, in un paese dove la collettività esiste soltanto a livello dell’es. Poiché é soltanto nella festa che il siciliano esce dalla sua condizione di uomo solo, che è poi la condizione del suo vigile e doloroso superio (stiamo impiegando con approssimazione i termini della psicanalisi), per ritrovarsi parte di un ceto, di una classe, di una città”.

Proseguiamo con lo scrittore e cattedratico palermitano Nino Russo (Altre Storie di Maredolce, Mesogea 2025): “La festa della patrona é l’unica occasione in cui annualmente, per un paio di giorni, decine di migliaia di individualisti anarchici, che non manifestano molto amore per la città che abitano, ed accettano senza protestare le offese fatte ad essa da chicchessia, diventano un popolo. La sera del quattordici luglio, quasi movesse all’assalto della Bastiglia, questo popolo dirupa da porta Nuova come un fiume impetuoso, ingrossandosi nel tragitto fino al mare e là riversando la sua piena insieme al carro della vergine venerata”.

Personalmente, il 14 luglio mi trovo a ricordare Domenico Caracciolo, viceré, a Palermo dal 1780 al 1786, proveniente da Parigi, dove aveva stretto amicizia con le migliori menti illuministe. Caracciolo, dopo aver salvato qualche testa abolendo, nel 1782, la Santa Inquisizione, rischiò la sua scontentando sia aristocratici che plebei per aver tentato di ridurre i giorni della festa per la Santuzza da cinque a tre. Volevano fargliela pagare, al grido “o festa o testa”. La vicenda é anche raccontata da Sciascia ne “Il consiglio d’Egitto”.

Il 14 luglio per me é la data della presa della Bastiglia ed è una ricorrenza da celebrare non con “feste, farina e forca” attraverso cui monarchi cinici e sciattoni governavano la plebe, ma per “Liberté, Egalité, Fraternité”, le idee guida proclamate ma mai davvero applicate con cui l’Europa dovrebbe contrapporsi al dominio di monarchi come Trump e Putin, che amano entrambi, lo dico en passant ma è significativo, circondarsi nei loro faraonici palazzi di dorature degne dei Casamonica, ma soprattutto di cinismo e ferocia sono maestri. “LIBERTÉ, EGALITÉ, FRATERNITÉ” è ancora molto importante gridarlo, “Viva Palermo e Santa Rosalia” non so.
