Lo tsunami digitale dei baby web
I genitori e gli insegnanti più giovani e attenti l’hanno percepito. Invece nonni, asili, scuole elementari e medie semplicemente non sono in grado di rendersene conto.
Nei paesi più industrializzati sta crescendo l’onda delle baby web generation. Uno tsunami intergenerazionale che va dai bambini di 4 anni agli adolescenti di 16, nativi digitali al 100%, fino ai millennials.
La loro dimensione non ha dimensione, se non quella della crescita esponenziale. Vivono in connessione continua nell’ambito di una comunità digitale globale che non ha confini temporali e culturali. Una bolla virtuale che incuba il futuro.
Una evoluzione della quale non si riescono a percepire limiti. Un esempio per tutti: i principi di libertà, la filosofia e la psiche, ideali e sentimenti, il concetto stesso della vita e della morte, attualmente insiti nell’umanità non sono già quelli attuali e non saranno più neanche quelli di domani. Seguiranno gli standard digitali in continua accelerazione.
Una evoluzione che tutto lascia pensare, o temere, possa essere condensata da algoritmi e intelligenze artificiali.
Il primo e più evidente effetto dell’enorme differenza dell’esperienza digitale già esistente fra le generazioni è rappresentato dalla diffusissima casistica di ragazzini di 7, otto e nove anni che intercettano e modificano pin e password d’accesso a carte di credito, tablet ed ai Pc dei genitori per costringerli ad acquistare smartphone, videogiochi e altro.
A Roma un alunno della scuola media di un blasonato istituto ha hackerato il registro di classe digitale e messo a rischio l’esito degli esami e dell’intero anno scolastico. Un’abilità fuori dal comune che al 13enne è valsa la convocazione da parte di un’agenzia di intelligence.
Gli adolescenti utilizzano app e social network di ogni tipo, per comunicare, interagire, ascoltare musica e oramai anche per creare dei veri video musicali.
Altri esempi riguardano le numerose piattaforme che vengono create dai giovanissimi, ma soprattutto da network commerciali appositamente per gli adolescenti.
In espansione planetaria fra i baby web sono Manga e Anime giapponesi: serie di fumetti e storie per lo più truci e tragiche ambientate in Giappone e in estremo oriente.
Ma il più pervasivo è Musical.ly , un social network realizzato in Cina conosciutissimo in tutto il mondo, in particolare tra le ragazze.
Si tratta di un’app di video-sharing, una piattaforma online sulla quale è possibile registrare e condividere video tra i 15 e i 60 secondi, in cui si cantano in playback e si mimano canzoni scelte all’interno di un amplissimo archivio. I video si possono poi montare, dotare di effetti speciali, pubblicare sul proprio profilo e condividere su una rete ancora più vasta di Youtube. Più i video sono spinti è più numerose saranno le impression, le visualizzazzioni tra i musers….