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Rubrica di critica recensioni anticipazioni
by Dino Petralia
Calata in un passato visionario di modernità che essa stessa domina e forgia con l’energia di un demiurgo illuminato, Beatrice Mastrogiovanni Tasca Filangeri di Cutò, Principessa di Lampedusa, nonché madre di Giuseppe Tomasi, l’autore del Gattopardo, é leader indiscussa di un tempo in equilibrio tra un’aristocrazia in liquidazione e un futuro postbellico da reinventare.
Ed è in questa breccia storica, cupa e incerta, che Cappuccio incastona il suo racconto, protetto dalla leggiadria del romanzo realista e dal fascino planetario del perimetro esistenziale dei Lampedusa, artefici di una congiunzione di ideali tra vecchio e nuovo mondo, in una eclisse che, come quella naturale, oscura per ravvivare.

Eugenia, dirimpettaia curiosa del Palazzo nobiliare ormai in rovina, poi adottata dalla principessa come proiezione vivente del suo più inconfessato intimo, irrompe nel racconto come in un talent privato, offrendosi alla rigida ma amorevole selezione di Beatrice con l’umiltà della neofita e al tempo stesso con l’acuta sorpresa di un amore filiale prima mancato.



