Dopo il disco verde di Mohammed Sinwar, il nuovo leader “ombra” che guida Hamas, descritto come più feroce del fratello ucciso, il cessate il fuoco e la tregua sono stati sottoposti all’approvazione finale del governo di Gerusalemme.
Fra i 33 ostaggi ci sarebbero appunto 5 soldatesse israeliane, ognuna delle quali verrebbe rilasciata in cambio di 50 prigionieri palestinesi, fra cui 30 militanti condannati all’ergastolo. Alla fine della prima fase dell’accordo, tutti i civili – vivi o morti – saranno rilasciati. Dopo questa prima fase l’esercito israeliano si ritirerà da diverse aree consentendo il rientro dei residenti.
Al di là dei terribili bilanci delle vittime, soprattutto civili fra la popolazione palestinese, usati come scudi umani per occultare e difendere il dedalo di tunnel sotterranei di Hamas, il cessate il fuoco assume diversi significati, militari strategici e politici che attengono agli assetti del Medio Oriente e agli equilibri internazionali.
Oltre ai due massimi vertici, Ismael Haniyeh, eliminato a Teheran e Yahya Sinwar, braccato e colpito a morte mentre fuggiva fra le macerie di Gaza, sono stati eliminati un centinaio fra leader e comandanti dell’organizzazione militare palestinese islamista e fondamentalista denominata Hamas, acronimo di Ḥarakat al-Muqāwama al-Islāmiyya.
Dopo una serie di bombardamenti, uno dei quali ha ucciso a Beirut il capo supremo delle milizie Abbas al-Musawi, i reparti corazzati hanno poi ricacciato gli Hezbollah oltre il fiume Litani, a 30 km dal confine con Gaza e Israele.
Sconfitto su tutti i fronti e costretto ad uscire allo scoperto, rendendo palese il ruolo di mandante e coordinatore di Hamas e Hezbollah, il regime degli yahatollah iraniani ha ingaggiato una sorta di guerra diretta non dichiarata con Israele.
Dopo la fine della decennale guerra siriana, col diretto coinvolgimento armato della Russia, che ora sta abbandonando le basi concesse da a Putin, il depotenziamento e la profonda crisi economica e sociale dell’Iran, la riduzione ai minimi termini di Hamas, Hezbollah e Houthi, il cessate il fuoco a Gaza completa il quadro del netto predominio in tutto il Medio Oriente di Israele e degli alleati occidentali di Gerusalemme, a cominciare dagli Stati Uniti.
Un conflitto iniziato quasi tre anni addietro con la tentata invasione scatenata dalla Russia di Putin e caratterizzato dalla sorprendente ed eroica resistenza del popolo ucraino che, col supporto militare e dell’intelligence occidentale, in special modo americana e inglese, non solo ha tenuto fronte alla preponderante superiorità militare di Mosca, ma ha inflitto gravissime perdite all’armata di Putin e si é spinta oltre i confini russi occupando parte della regione di Kursk.
Il fattore decisivo che ad un certo punto imporrà il cessate il fuoco anche sul fronte ucraino é rappresentato dalla convergenza dell’eterogenesi dei fini degli Stati Uniti di Trump, dell’Europa, della Cina e dei nove paesi Brics, dei quali con India, Brasile, Indonesia e sud Africa fa parte anche la Russia.