Vivisezionata per secoli dal colonialismo, straziata da epidemie e orrori di tutti i tipi, l’Africa sta per presentare il conto al mondo.
Un doppio saldo: quello dei sopravvissuti al coronavirus e quello della moltiplicazione demografica, pronta a riversarsi sull’Europa.
Un effetto Africa paradossalmente amplificato dalle tragiche conseguenze che la diffusione del covid-19 sta avendo sul continente. Nonostante la strage generazionale del coronavirus, o forse cinicamente proprio per questa, la popolazione africana entro pochi anni raggiungerà il primo miliardo.
Un miliardo di sopravvissuti al covid-19, all’Aids, all’Ebola, Dengue, colera, febbri emorragiche, malaria, tubercolosi e a diverse altre terribili malattie. “ In Africa le conseguenze di una pandemia incontrollata rischiano di essere ancora più catastrofiche” conferma l’editorialista Mauro Indelicato esperto di strategie politiche e militari.
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Situazione attuale ?
Quando ancora il virus era diffuso solamente in Cina ed una pandemia in Europa appariva lontana da ogni immaginazione, la ricercatrice italiana Vittoria Colizza in un’intervista a La Stampa era stata chiara: “Il vero pericolo potrebbe arrivare dall’Africa”. Qui le strutture ospedaliere sono di gran lunga più deboli rispetto al vecchio continente ed alla stessa Cina. A distanza di più di un mese anche se al momento non ci sono grandi e gravi emergenze, in prospettiva, se la situazione dovesse sfuggire di mano, nessun sistema sanitario africano reggerebbe.
Paesi più esposti?
Egitto, Algeria e Sudafrica. Per capire quanto grave sia la situazione in Africa, occorre specificare che i sistemi di Egitto, Algeria e Sudafrica sono tra i più avanzati dell’intero continente. In altre nazioni la situazione è sull’orlo del baratro.
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Rischi immediati per l’Europa?
Per quanto concerne i rischi provenienti dall’Africa per l’Europa, occorre tenere d’occhio il Magreb. Oltre all’ Egitto ed all’Algeria anche il Marocco rischia parecchio. Le autorità sanitarie di Rabat stanno osservando ogni giorno di più la curva dei contagi salire: per adesso si parla di circa 1.000 casi, ma anche se ufficialmente i morti sono 90 rappresentano un ingente numero per le dimensioni del Marocco. Anche in Tunisia i contagi stanno aumentando, da fine marzo sono in vigore misure stringenti tra cui il coprifuoco. In Tunisia il sistema sanitario risente pesantemente delle recenti crisi politiche che ha vissuto il Paese dopo il 2011. In Algeria invece il coronavirus ha al momento comportato la sospensione delle manifestazioni del movimento Hirak, nato un anno fa per protestare contro l’ex presidente Bouteflika.
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La Libia ?
Il paese è in guerra ed ha quindi strutture sanitarie che risentono del conflitto. L’epidemia potrebbe fare più morti del conflitto. Inoltre occorre considerare il rischio che il coronavirus rappresenta all’interno dei campi per i profughi e i migranti dove sono rinchiuse centinaia di persone. Attualmente in Libia ci sono ufficialmente 19 casi positivi al Covid-19, tutti sparsi tra Tripoli e Misurata. Nell’est del Paese, nei territori governati da Haftar, non sono stati al momento segnalati casi.Ma nessuno è in grado di verificare quale sia realmente la situazione.
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Sahara e dintorni ?
Nell’Africa sub sahariana la situazione sembrerebbe più tranquilla, ma oramai tutti i Paesi contano almeno un caso. L’epidemia comunque non avrebbe attecchito, ma diverse nazioni non hanno nemmeno un laboratorio in cui effettuare i test per il coronavirus. Paesi come la Nigeria, l’Etiopia ed il Kenya, stati popolosi ma con sistemi sanitari fatiscenti, potrebbero rappresentare bombe ad orologeria a livello sanitario.
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Quanto incidono le temperature elevate?
C’è chi sostiene che il caldo nella fascia equatoriale del continente potrebbero aver attutito l’impatto del Covid-19, anche se non ci sono prove a riguardo. Anzi, alcuni virologi dicono che le temperature non hanno una particolare incidenza sulla diffusione del virus.
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Un ‘Africa abituata a sopravvivere?
Si molte nazioni africane sono tragicamente assuefatte alle pandemie. Ricordiamo su tutte l’ebola nel 2014 nell’Africa occidentale e fino a pochi mesi fa in Congo. Le popolazioni spesso purtroppo hanno avuto a che fare con crisi sanitarie. Questo potrebbe far pensare a due elementi: da un lato la sopravvivenza degli immuni al Covid-19, dall’altro hanno maggiore abitudine a fronteggiare crisi del genere.