Il Wanted per Putin non turba la coscienza del Presidente russo, nei confronti del quale la Corte penale internazionale dell’Aia ha emesso un mandato di cattura per crimini di guerra con l’accusa specifica di aver deportato migliaia di bambini ucraini, ma lo mette in difficoltà alla vigilia dell’atteso vertice di Mosca con il leader cinese Xi Jinping.
Fra un bicchiere di Vodka ed uno di Moutai, il bimillenario distillato cinese, nel faccia a faccia decisivo fra i due Presidenti che segnerà il clou della visita a Mosca all’inizio della settimana entrante, ricorreranno soprattutto quattro concetti: durata della guerra in Ucraina, vie d’uscita dal conflitto, normalizzazione dell’interscambio economico globale, sicurezza difensiva della Russia e di Pechino rispetto all’accerchiamento in Europa e in Asia da parte di Stati Uniti e degli alleati occidentali.

Putin e Xi Jinping si presentano al vertice moscovita in situazioni politico strategiche molto differenti. “La visita del Presidente Xi Jinping in Russia é per la pace in Ucraina. La Cina si é sempre schierata dalla parte della pace, del dialogo e della correttezza storica” ha assicurato il portavoce del ministero degli Esteri di Pechino.
Per il Presidente russo, messo ulteriormente sotto accusa da una istituzione internazionale, invece è decisivo ottenere il sostegno economico e militare della Cina per non uscire perdente dalla sostanzialmente fallimentare invasione dell’Ucraina.
Mosca dipende da Pechino per gran parte delle sue importazioni, compresa la tecnologia, come i semiconduttori essenziali nelle applicazioni militari e civili.
Da quando sono state imposte sanzioni la Russia é diventata sempre più dipendente dalla vendita di petrolio alla Cina. ” Il Cremlino ha sempre meno opzioni ed è sempre più un partner minore della Cina”, ha affermato al Washington Post Alexander Gabuev, esperto di relazioni Russia-Cina presso il Carnegie Endowment for International Peace.
Una posizione che espone Mosca ai contraccolpi dell’andamento dell’economia globale. Un andamento ultimamente incrinato dalla crisi del sistema bancario.
Pur essendo in evidente vantaggio rispetto a Putin, il leader cinese non sottovaluta il pericolo che l’escalation della guerra in Ucraina possa sfuggire ad ogni controllo e non può lasciarsi sfuggire l’occasione per avviare una mediazione per un cessate il fuoco seguito da negoziati di pace.
Non soltanto per non farsi risucchiare nel disastro strategico militare di Putin e rilanciare il ruolo della Cina come partner commerciale dell’Europa e dell’occidente, ma anche per rompere l’accerchiamento che con il cosiddetto accordo Aukus fra Stati Uniti, Inghilterra e Australia, una Nato in versione asiatica, rischia di subire nell’area indo pacifica.
