Giorgia Meloni guada il fiume in piena della CGIL

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Giorgia Meloni guada il fiume in piena dell CGIL
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Sull’onda increspata del congresso più distinto e distante dalle sue posizioni politiche, la Premier plana con termini concreti su una dialettica apparentemente ostica, riconducendola a temi e problematiche di un moderno confronto democratico. Un confronto fra avversari politici, non nemici. Non era facile e soprattutto alla vigilia non era scontato.Giorgia Meloni guada il fiume in piena della CGIL

Fra democrazia politica matura e immatura, l’applausometro e i peluches di protesta, branditi da circa 40 delegati che hanno polemicamente lasciato la sala all’ingresso della Premier,  hanno fatto prevalere la maturità politica del maggiore sindacato del Paese.

Piglio e coraggio di Giorgia Meloni,  ma anche la citazione non formale di Argentina Altobelli, storica cofondatrice della Cgil e  esponente di primo piano del riformismo socialista sindacale a cavallo dei due ultimi secoli, hanno catalizzato l’attenzione di un congresso nazionale alla vigilia venato da una insofferenza pregiudiziale nei confronti della prima Premier, leader di un partito di destra.

Un clima non facile di protesta e di rifiuto di presenziare all’intervento della Premier del Governo di centrodestra sul quale pesava il ricordo schock della sede della CIGL devastata il 7 ottobre 2021 dai neofasciti romani di Forza Nuova al culmine di una manifestazione “No green pass”.Giorgia Meloni guada il fiume in piena della CGIL

Un attacco inimmaginabile alla principale istituzione sindacale  del movimento operaio che l’allora leader dell’opposizione Giorgia Meloni definì senza mezzi termini squadrista e fascita. “Una violenza squadrista – aggiunse -che va combattuta sempre”. Senza fare sconti o sorvolare sui rischi dell’eversione anarchica e ricordando l’imminente 21  esimo anniversario dell’assassinio dell’economista Marco Biagi da parte delle brigate rosse, la Premier ha assicurato ascolto e riscontro alle istanze della Cgil ed ha sottolineato come  fosse il primo capo del Governo a ripresentarsi ad un congresso della Cgil  dopo 27 anni di assenza.

Dal fisco, al salario minimo, dalla politica  energetica ed euro mediterranea,  alla difesa dei valori comuni dell’unità d’Italia e della lotta contro il terrorismo, la Premier ha unito tutti i punti comuni con la relazione congressuale, pur complessivamente critica al Governo del segretario della Cgil Maurizio Landini, e ha delineato l’azione dell’esecutivo proiettata allo sviluppo economico, all’incremento  dei livelli occupazionali all’ottimizzazione del welfare e della sanità pubblica.

Una svolta politica per la quale il confronto con i rappresentanti dei lavoratori resta essenziale e che anzi prefigura nuovi scenari politici, post ideologici e con orizzonti sociali in progress, corrispondenti al convulso ritmo evolutivo tecnologico e digitale della società.Giorgia Meloni guada il fiume in piena della CGIL

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