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Ludopatia fatale: ti piace vincere? Smetti di giocare

by Maggie S. Lorelli

C’è crisi, calano i consumi. Unica eccezione la ludopatia, la dipendenza dal gioco d’azzardo, che proprio nei periodi di forte crisi economica registra una crescita esponenziale, rappresentando un’allettante alternativa all’azione costruttiva per produrre reddito. Ludopatia fatale: ti piace vincere? Smetti di giocare

Da sempre l’homo faber è anche un pò ludens, e ama introdurre fra il
pensiero e l’azione attività ricreative che gli consentano un’evasione dalla
routine quotidiana, sognando realtà parallele più floride. Ma quando il
gaming, da seduzione occasionale diventa gambling, insidioso azzardo?

Il pericolo si annida nelle condotte reiterate e continue che assumono tratti compulsivi riferibili alla dipendenza patologica da gioco, codificata dall’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità come game disorder.Ludopatia fatale: ti piace vincere? Smetti di giocare

La ludopatia può assumere la connotazione di un vero e proprio disturbo
psichiatrico, come ufficialmente riconosciuto dall’American Psychiatric
Association nel 1980, mentre nel 1994 il gioco d’azzardo patologico
(GAP) è stato classificato nel Manuale diagnostico e statistico dei disturbi
mentali come “disturbo del controllo degli impulsi”, che spesso si presenta
in svariate comorbilità psichiatriche e altre forme di dipendenza come
binge drinking, abuso di tabacco, cannabis, smart drugs e altre sostanze
psicotrope.

Quanto si gioca
Ludopatia fatale: ti piace vincere? Smetti di giocarePer orientarci nel mondo sommerso di quella che comincia ad assumere i
contorni di una vera e propria psicosi di massa, ci affidiamo all’ultimo report “Consumi d’azzardo 2017” del Consiglio Nazionale delle Ricerche, riguardante la diffusione del gioco d’azzardo nel nostro Paese. Emerge che il 42% della popolazione italiana tra i 15 e i 64 anni (circa 17 milioni di persone) ha giocato d’azzardo almeno una volta negli ultimi 12 mesi. Di questi, più di un milione sono giovani fra i 15 e i 19 anni, con la nota allarmante che i bambini fra i 7 e i 9 anni sarebbero stati indotti al gioco almeno una volta.

Tali risultati sono in linea con gli ultimi dati diffusi dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli che registrano un continuo aumento del volume di gioco, che in Italia supera i 100 miliardi di euro,vantando il primato europeo per tasso di slot machine pro capite: una ogni 151 cittadini. Tra i giocatori aumentano i “problematici” a rischio ludopatia, quadruplicati negli ultimi 10 anni, passando dai 100mila stimati nel 2007 ai 400mila del 2017. Anche la quota dei giocatori “a rischio severo” è in
costante aumento, rappresentando il 2,4% dei giocatori.

Come si gioca
Ludopatia fatale: ti piace vincere? Smetti di giocareIn Italia sono decine le forme di gioco d’azzardo legalizzato. Il gioco
maggiormente praticato è il Gratta e Vinci, che ha attratto il 74% dei
giocatori nel corso del 2017. Seguono a ruota, in percentuale variabile a
seconda della fasce d’età, il Super Enalotto, il Lotto e le scommesse sportive, che registrano un aumento dal 18,3% al 28% dal 2010 al 2017. Percentuali più basse si registrano per altri giochi con le carte: 10 e lotto/Win for life, Poker texano, Totocalcio/Totogol, Bingo,Videolottery/Slot machine. Dati che trovano fra le principali concause il crescere della pubblicità e l’offerta crescente di app disponibili su smarphone e tablet.

Dove si gioca?
Ludopatia fatale: ti piace vincere? Smetti di giocarePer il 67,3% degli intervistati gli esercizi commerciali non esclusivamente
destinati al gioco d’azzardo, in particolare i Bar/Tabacchi, rappresentano i
luoghi preferiti in cui recarsi a giocare.

I giocatori “a rischio moderato/severo” prediligono le sale scommesse, sale bingo, sale giochidedicate, esercizi dotati di apparecchi Awp (Amusement with Prizes) e Vlt (Video Lottery Terminal) e casinò. Resta alta, oltre il 71%, la percentuale
di chi gioca online utilizzando il computer (nel 2017 circa 1,4 milioni di italiani), e fra i giocatori virtuali aumenta la percentuale di chi gioca tramite smartphone anche in movimento, per strada, in autobus o in metropolitana. A trainaire il settore virtuale sono soprattutto le scommesse sportive (65,8%, circa un quinto delle giocate totali), seguite da Poker, Slot machine, casino games e giochi con le carte (20,4%)

La posta in giocoLudopatia fatale: ti piace vincere? Smetti di giocare
Secondo i dati dei Monopoli di Stato rielaborati dall’Associazione per lo studio del gioco d’azzardo, gli italiani spendono nel gioco circa 100 miliardi di euro l’anno. Solo online, secondo l’Agimeg (Agenzia Giornalistica per il Mercato del Gioco), il gioco d’azzardo ha visto nel 2019 un’impennata della spesa da parte degli italiani, attestandosi sui 19,9 miliardi di euro contro i 18,8 miliardi del 2018. Trend positivo anche per le vincite, che hanno sfiorato i 30 miliardi, a differenza dei 25,5 dell’anno precedente. Relative buone notizie per l’erario, che nel 2018 ha incassato complessivamente quasi 10,4 miliardi: 1,1% in più rispetto al 2017, ma sempre meno di quanto avrebbe in realtà dovuto incassare.

Allarme giovaniLudopatia fatale: ti piace vincere? Smetti di giocare
Secondo lo studio sul gioco d’azzardo dell’Istituto Superiore di Sanità del
2018, si stima che siano 670mila, corrispondenti al 29,2%, gli studenti che
hanno giocato d’azzardo almento una volta nel corso degli ultimi 12 mesi,
con un incremento del 10% negli ultimi 4 anni. Nonostante il divieto di
gioco per gli under 18, rispetto alla popolazione generale la prevalenza di
soggetti in età giovanile con gambling problematico risulta essere quasi il
doppio (5-6%). I ragazzi italiani giocano prevalentemente alle lotterie
istantanee, con il Gratta e Vinci ancora in pole position (21,1%), praticano
scommesse sportive (17,1%), scommesse virtuali (8,1%) e giocano alle
slot-machine (6,8%). Giocano presso i Bar/Tabacchi e nelle sale scommesse, scegliendo il luogo perché vicino a casa o perché non gli viene richiesto il documento di identità. La quota di baby gamblers online è superiore e in crescita rispetto a quella dei giocatori onsite, con una prevalenza dell’uso dello smartphone rispetto al pc.
Il GAP minorile rappresenta un allarme sociale: i giovani sono categorie a
rischio a causa della loro maggiore plasticità neurobiologica.
Nell’adolescenza, caratterizzata dalla voglia di sfidare il mondo e la sorte, i
giovani tendono a fare scelte che diano soddisfazione immediata piuttosto
che compiere azioni più gratificanti a lungo termine. L’innovazione tecnologica, sfruttata con un marketing ad hoc per agganciare questo target, rende il gioco online maggiormente seduttivo per i nativi digitali.

Identikit del giocatore
Ludopatia fatale: ti piace vincere? Smetti di giocareCosa c’è nella mente del serial gambler? Una risposta esauriente ci è
fornita da uno studio diretto dall’istituto di bioimmagini e fisiologia
molecolare del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Ibfm-Cur) di
Catanzaro. La ricerca, pubblicata sulla rivista Journal of Neuroscience
Methods, ha permesso di definire i tratti della personalità del giocatore
patologico attraverso l’utilizzo di tecniche avanzate di intelligenza
artificiale.

La causa sarebbe multifattoriale, cioé genetica,neurobiologica e comportamentale, amplificata da fattori psicosociali o traumi biografici.
Gli studi indicano che, oltre a disfunzioni cerebrali e genetiche del sistema
dopaminergico, i giocatori patologici presentano anche un profilo di personalità disfunzionale, sono cioè più vulnerabili e predisposti alla ludopatia. Il calcolatore utilizzato nell’esperimento del CNR, dopo aver processato 60mila dati relativi a 160 non dediti al gioco e 40 pazienti con gambling, ha individuato i seguenti tratti psicologici: bassa apertura mentale, bassa coscienziosità, bassa fiducia negli altri, ricerca di emozioni positive, elevato tratto depressivo e impulsivo.
Riguardo allo status sociale dei giocatori seriali, secondo un’inchiesta
condotta dall’Espresso del 2017, il panorama è alquanto composito.
Sarebbero 790mila le persone a rischio o già colpite da ludopatia, di cui
l’80,2% composto da lavoratori saltuari, il 70% da lavoratori a tempo indeterminato, il 57% da persone con reddito medio/basso; il 50% da
disoccupati, il 47% da indigenti, il 17% da pensionati. Si presenta anche
un dislivello culturale fra i giocatori: gioca l’80% di persone con la licenza
media, il 70,4% di diplomati e il 61% di laureati.

Perché si gioca
Ludopatia fatale: ti piace vincere? Smetti di giocareSecondo Gioacchino Lavanco, professore ordinario di psicologia di
comunità dell’Università di Palermo, una delle caratteristiche fondamentali
del gioco è l’aspetto ricreativo attraverso cui il soggetto interrompe la
routine quotidiana. Anche secondo il filosofo tedesco Eugen Fink non
bisogna sottovalutare il potere ammaliante del gioco che ci rapisce,
liberandoci dall’ingranaggio della vita, come trasferiti in “un’oasi di gioia”.
Un demone che può risucchiare l’individuo in un gorgo fatale. Non lo si
può dire meglio di Dostoevskij ne “Il Giocatore”: «Fui assalito da un
desiderio spasmodico di rischiare. Forse dopo aver provato così tante
sensazioni, l’animo non si sente sazio, ma eccitato da esse, ne chiede
sempre altre, sempre più intense, fino alla totale estenuazione».
L’incertezza dell’esito e il brivido del rischio procurano nell’individuo
stimolazioni cognitive, fisiche ed emozionali. Il giocatore si pone
volontariamente nelle mani del destino con l’illusione megalomane di
poterlo influenzare. E’ la sensation seeking codificata da Zuckerman,
professore emerito di psicologia all’Università di Delaware: agli individui
piace il rischio di perdere denaro per il rinforzo positivo che traggono dagli
stati di elevata attivazione che si verificano sia nell’attesa del risultato, sia
in seguito alla stimolazione per la vincita. Brivido che cresce con l’aumento della posta in gioco. Un altro concetto psicologico utile a spiegare il comportamento del giocatore è quello di locus of control (luogo di controllo) dello psicologo statunistense Julian B. Rotter. Si tratta di un concetto che considera il grado in cui la gente pensa che il proprio sforzo, abilità o azione, in contrapposizione al caso o al destino, possa dominare gli eventi.

Conseguenze e costi sociali del GAP
Ludopatia fatale: ti piace vincere? Smetti di giocareIl gioco d’azzardo patologico è un’abitudine dannosa non solo per se stessi,
ma ha pesanti ripercussioni sulle relazioni sociali, sia in ambito familiare
che lavorativo, creando una vera e propria deriva sociale. Con l’abitudine
al gioco aumenta il rischio di perdita economica e, con essa, la necessità di
indebitarsi. Sempre secondo i dati del CNR quasi 100mila persone hanno
chiesto denaro in prestito illegale, poco più di 100mila hanno procurato
danni economici a terzi e quasi 30mila hanno subito danni economici
personali. Il giro d’affari legato al gioco d’azzardo illegale nelle mani delle
organizzazioni criminali sarebbe di 10 miliardi di euro e coinvolgerebbe
decine di clan fra ‘ndrangheta cosa nostra e camorra.

Se il GAP risulta essere un’importante leva economica per lo Stato, è altrettanto vero che l’infiltrazione di tali organizzazioni illecite finisce con il danneggiare
l’economia legale: si stima che i danni corrispondano quasi all’1,7% del
PIL nazionale. Mentre, secondo quanto emerge da una ricerca del Centro
Studi e Ricerche Consumi e Dipendenze (Cerco) e dalla Federazione
italiana degli Operatori dei Dipartimenti e dei Servizi delle Dipendenze
(Federserd), i costi sociali del gioco d’azzardo problematico in Italia
ammontano a 2,7 miliardi.

La ricerca prende in esame l’anno 2014 quando la raccolta relativa al gioco
pubblico è stata di 84,5 miliardi di euro, di cui 7,9 miliardi sono andati
all’erario. Il tutto a fronte di vincite per 67,6 miliardi e di una spesa complessiva dei giocatori di 16,9 miliardi. I costi sociali riguardano oltre 1,2 milioni di giocatori problematici e la stima procapite è di 2.211 euro. I costi sanitari ammontano a 60 milioni tra medici, farmaci e reti sociali; a 1,5 miliardi per perdita di lavoro e mancata produttività; a 310 milioni per suicidi e divorzi-separazioni; a 813 milioni per problemi legali tra sistema giudiziario e penitenziario.

Le azioni di contrasto
Allo scopo di arginare la patologia sociale del gioco d’azzardo, lo Stato ha
previsto norme di tipo amministrativo e giuridico volte a regolarizzare il
fenomeno, e norme repressive di carattere penale, promuovendo allo stesso
tempo un gioco d’azzardo legalizzato e responsabile.
Una prima norma è contenuta nella legge di stabilità del 2016, dove è stata
disposta una riduzione del 30% delle nuove slot a decorrere dal 2017. La
misura ha prodotto importanti risultati, infatti se nel dicembre 2017 il
numero delle slot in Italia ammontava a 345.000, una seconda rilevazione
effettuata nell’aprile 2018 ha fatto registrare 265.000 apparecchi, con una
riduzione del 23%. Un ulteriore passo avanti è stato compiuto con la legge
di stabilità 2018, che ha previsto un aumento dell’1,25% del prelievo sulle
giocate di slot machine e videolottery, con l’obiettivo di permettere allo
Stato di raccogliere 600 milioni di euro attraverso la riduzione, da parte dei
concessionari, della percentuale destinata alle vincite e l’aumento dei costi
di gioco.

A contrasto della ludopatia ci sono anche le misure inserite nell’articolo 9 del dl 87/2018, meglio noto come Decreto Dignità. Il testo “vieta qualsiasi forma di pubblicità, anche indiretta, relativa a giochi o scommesse, nonché al gioco d’azzardo, comunque effettuata e su qualunque mezzo”, oltre a prevedere norme relative alle avvertenze sul rischio dipendenza sui tagliandi delle lotterie istantanee, negli apparecchi da intrattenimento e nei locali dove sono installati. Oltre alle norme di divieto per i minori.

Per risolvere il duplice paradosso di uno Stato che tenta di arginare i rischi
di un’attività vitale per le casse erariali e di una tendenza individuale ad
aumentare la posta per recuperare il denaro perso, non ci resta che affidarci
alla speranza del rivoluzionario russo Aleksej Ivànovic, il protagonista del Giocatore, che va per la sua strada rimandando la redenzione a un indefinito “domani”.Ludopatia fatale ti piace vincere Smetti di giocare

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Gianfranco D'Anna
Gianfranco D'Anna
Fondatore e Direttore di zerozeronews.it Editorialista di Italpress. Già Condirettore dei Giornali Radio Rai, Capo Redattore Esteri e inviato di guerra al Tg2, inviato antimafia per Tg1 e Rai Palermo al maxiprocesso a cosa nostra. Ha fatto parte delle redazioni di “Viaggio attorno all’uomo” di Sergio Zavoli ed “Il Fatto” di Enzo Biagi. Vincitore nel 2007 del Premio Saint Vincent di giornalismo per il programma “Pianeta Dimenticato” di Radio1.
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