Dal ponte delle spie di Berlino, all’aeroporto degli ostaggi. E’ questa la sostanziale differenza fra il maxi scambio di ostaggi americani e occidentali detenuti in Russia e i killer, le spie e gli hacker moscoviti che stavano scontando pesanti condanne in Europa, e lo storico scambio del 1962 nella Capitale tedesca divisa dal muro sovietico fra l’agente del Kgb Rudolf Abel arrestato negli Stati Uniti ed il pilota dell’aereo spia americano Francis Gary Powers, abbattuto sui cieli della Russia.

Uno scambio incentrato sul ricatto del Kremlino, che da anni tentava di ottenere la restituzione di Vadim Krasikov, agente-sicario del Gru, il direttorato dell’intelligence russa per le attività offensive all’estero, che stava scontando la condanna all’ergastolo in Germania per l’omicidio di un dissidente.
Di fronte al diniego delle autorità tedesche, Mosca ha alzato progressivamente il tiro, arrestando prima un ex marine, poi un giornalista accusandoli senza alcuna prova di spionaggio e condannandoli a pesanti pene detentive.

Lo scambio sulle piste dell’aeroporto della capitale turca prevede infatti la liberazione del giornalista del Washington Post Evan Gershkovich arrestato nel marzo del 23 e condannato dopo un processo kafkiano a 16 anni di prigione per spionaggio, dell’ex marine Paul Whelan, in carcere dal 2018, della giornalista radiofonica russo-americana Alsu Kurmasheva e del dissidente russo Vladimir Kara-Murza, condannato a 25 anni di carcere.
La Turchia ha confermato che nello scambio sono coinvolte “26 persone dalle carceri di 7 diversi Paesi, Usa, Germania, Polonia, Slovenia, Norvegia, Russia e Bielorussia. Dieci le persone trasferite in Russia, 13 in Germania e 3 negli Usa”.
I dettagli dell’accordo, coordinato dalla Casa Bianca, dal Dipartimento di Stato e da diverse agenzie governative statunitensi vengono per il momento mantenuti segreti.
