Guerra progressiva in Medio Oriente e conflitto su piani sfalsati in Ucraina.
In attesa dell’attacco con missili e droni probabilmente congiunto di iraniani, hezbollah libanesi e houthi yemeniti, a Gerusalemme l’assoluto segreto sulle modalità dell’uccisione del leader di Hamas Ismail Haniyeh a Teheran nell’edificio bunker nell’area dei vertici istituzionali, lascia intravedere retroscena oltre che di intelligence di notevole portata strategica.

Missile o bomba l’eliminazione di Haniyeh sbilancia gli equilibri delle fazioni interne di Hamas interamente a favore di Yahya Sinwar il leader dell’ala oltranzista che non ha mai abbondonato Gaza, a differenza del leader ucciso nella capitale iraniana, rifugiato di lusso in Qatar.
Possibile che Haniyeh sia stato “consegnato” agli israeliani per sbarazzarsi dell’ala trattativista, incassare la solidarietà dell’internazionale del terrorismo e scatenare la reazione iraniana? Difficile, ma non impossibile, sostengono gli analisti dell’imperscrutabile millenario crogiuolo di guerre, massacri, faide e odi del medio oriente.

Una stratificazione di infinite ostilità, caratterizzata dalla puntuale accentuazione del conflitto fra israeliani e palestinesi che viene scatenata ogni qual volta le trattative di tregua o di semplice liberazione degli ostaggi lasciano sperare in un accordo.
L’incubo di un conflitto diretto fra Israele, Iran, Hezbollah e Houthi, al quale non sarebbero estranei gli interventi indiretti di Russia e Turchia, fa per il momento passare in secondo piano gli sviluppi sul fronte della fallita tentata invasione dell’Ucraina da parte della Russia di Putin.
Fra Mosca e Kiev é in corso una singolare svolta strategica. L’armata russa, nonostante le ingenti perdite di uomini e mezzi, continua le ondate di assalti di fanteria e i bombardamenti, in particolare sul principale snodo dei trasporti ucraino di Pokrovsk.
Mentre l’esercito ucraino notevolmente rafforzato dagli armamenti che continuano ad affluire da Stati Uniti, Gran Bretagna ed Europa, si sta predisponendo a un contro attacco lungo tutto il fronte fra il Donbass e Karkiv. Sfruttando la copertura aerea degli F-16, già rischierati in Polonia e nelle basi a ridosso dei confini europei.
L’obiettivo del Presidente Volodymyr Zelesnky é quello di colpire in profondità oltre le linee russe tutti i principali snodi di rifornimento con i missili occidentali a lunga gittata e con la copertura aerea degli F-16 accerchiare i reparti moscoviti.
Secondo quanto scrive sul quotidiano The Guardian l’analista Federico Borsari del Center for European Policy Analysis di Washington, gli F-16 intercetteranno missili e droni russi, colpiranno le loro difese aeree e bombarderanno truppe e depositi di munizioni. “Saranno in grado di influenzare le dinamiche della guerra”, afferma Borsari.
Ai piccoli guadagni territoriali delle prime linee russe si contrappone così la demolizione delle loro linee di rifornimento e quando i sanguinosi assalti saranno esauriti, i soldati mandati allo sbaraglio dal Kremlino si ritroveranno prigionieri delle macerie che loro stessi hanno provocato, impossibilitati a ritirarsi e ad andare avanti.
