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Riforma giustizia: Pm di lotta e di governo denuncia il Procuratore Paci

by Gianfranco D’Anna

“Uno specchietto per le allodole, in toga”: é la valutazione che sostanzialmente, attraverso molteplici commenti, dà l’Associazione nazionale Magistrati all’indomani dell’incontro col Governo a Palazzo Chigi.

Che l’esito del confronto, definito “duro nei contenuti, ma molto garbato nei toni” dal segretario generale dell’Anm, Rocco Maruotti, fosse di netta chiusura per i magistrati, lo si era capito dalle parole rivolte dalla Presidente del Consiglio ai vertici dell’Avvocatura, ricevuti prima dei magistrati.

Riforma giustizia: Pm di lotta e di governo denuncia il Procuratore Paci
Incontro Anm Governo

La conferma che si sarebbe trattato di un incontro alibi, per ribadire l’intenzione di approvare la riforma così com’é  e, nello stesso tempo, poter affermare di aver comunque avviato un confronto con le toghe, si é avuta quando la Premier Giorgia Meloni ha assicurato ai rappresentanti dell’Unione delle camere penali che “la riforma costituzionale sulla giustizia punta a raggiungere un obiettivo di sistema che non ha raggiunto, perché l’articolo 111 della Costituzione ci dice che ‘il giusto processo’ é quello che si ‘svolge nel contraddittorio tra le parti, in condizioni di parità, davanti a giudice terzo e imparziale’. Un giudice – ha sottolineato la Premier – che non deve solo essere terzo, ma che deve anche apparire terzo. È esattamente ciò che intendiamo fare noi con questa riforma”.

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Incontro Anm Governo

Affermazione che chiudeva di fatto ogni spazio di trattativa, nonostante i molteplici punti di criticità della riforma che il Presidente Cesare Parodi e la giunta dell’Anm hanno avuto modo di illustrare e approfondire: dalla separazione delle carriere fra giudici e pm, con un ruolo suscettibile di ulteriori modifiche per questi ultimi, al doppio Csm, al duplice regime disciplinare, al limite dei 45 giorni imposto alle intercettazioni.

“Abbiamo spiegato punto per punto perché questa riforma non ci convince – ha continuato Parodi – e fatto otto proposte molto concrete e serie sulle quali abbiamo visto che c’è disponibilità, ma che riguardano tutt’altro e puntano ad una vera riforma per l’efficienza del sistema”.

Riforma giustizia: Pm di lotta e di governo denuncia il Procuratore Paci
Incontro Governo Camere Penali

 Come reagirà la magistratura? “Le iniziative che abbiamo in programma – spiega il segretario generale dell’Anm Maruotti – sono tutte finalizzate ad avere contatti con la cittadinanza, con la società civile, esponenti della cultura, del sindacato e soprattutto con le altre magistrature. Si sta cambiando la Costituzione senza dare tempo neanche al parlamento di dire la sua, intervenire e proporre emendamenti”.

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Rocco Maruotti e Cesare Parodi

La riforma come é stato ribadito nelle interviste di numerosi Procuratori della Repubblica, preoccupa per l’impatto che avrà sul ruolo del Pubblico Ministero e sull’intero assetto investigativo.

“ La pubblica accusa  inevitabilmente sarà attratta nell’orbita del potere esecutivo, ossia del Governo” spiega Gaetano Paci, Procuratore della Repubblica di Reggio Emilia, dove oltre alle indagini su mafia e ‘ndrangheta si sviluppano continuamente le inchieste su traffici di droga e armi con i balcani e l’est europeo.

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Gaetano Paci

Refluenze su inchieste e procedimenti?

L’impatto della riforma costituzionale sull’iter delle inchieste e della celebrazione dei processi é assolutamente nullo. Questo perché con la riforma si incide sull’ordinamento costituzionale del PM e dei Giudici, separandoli e destinando inevitabilmente il primo ad essere attratto nell’orbita del potere esecutivo ossia del Governo. Nonostante la scrittura dell’art.104 della Costituzione riaffermi l’indipendenza del PM non si capisce come questa possa realizzarsi portando il PM fuori dalla giurisdizione. I poteri dello Stato, di cui la magistratura é uno, sono tre, gli altri due sono il legislativo e l’esecutivo. Dunque il PM non può costituire un inammissibile quarto potere e deve pertanto rientrare in quello esecutivo.

Valutazione operativa?

La riforma é inutile e dannosa, perché destabilizza l’equilibrio tra i poteri dello Stato e in definitiva indebolisce il principio di uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge e il sistema delle garanzie dei loro diritti. Inoltre separa il CSM in due organismi, di cui uno (quello dei PM) prevede la nomina mediante sorteggio della componente togata, diversamente dalla componente laica che rimane nominata per via elettiva ( sia pure attraverso un sorteggio temperato ). La duplicazione dei Csm comporta una assurda ed inspiegabile duplicazione dei costi che contraddice la politica ministeriale di gestione delle spese per l’organizzazione. Riforma giustizia: Pm di lotta e di governo denuncia il Procuratore PaciQuali modifiche sarebbero auspicabili?

La riforma non incide sulla funzionalità della giustizia in termini qualitativi e quantitativi. Le norme processuali vigenti assicurano al giudice la massima indipendenza e terzietà rispetto al PM ed agli avvocati. Lo dimostrano la grande percentuale di assoluzioni e proscioglimenti, e comunque di decisioni in contrasto con le richieste del PM ( recente eclatante caso la condanna de sottosegretario Del Mastro nonostante il PM avesse chiesto l’assoluzione ) e le recenti riforme legislative che hanno irrobustito il controllo del giudice sull’attività di indagine del PM, tant’è che si riconosce da sempre più parti che il PM non è più arbitro assoluto delle indagini.

Una riforma che non riforma ?

La funzionalità del sistema giudiziario rispetto alle domande di giustizia della comunità é assicurata dalle risorse umane e tecnologiche, sempre più scarse e sempre più obsolete nonostante sia stata avviata la fase di transizione digitale del processo penale. Il ministero della giustizia ha la responsabilità costituzionale di assicurare tutte le dotazioni necessarie, edilizie, informatiche, logistiche, umane e professionali, che servono a rendere la giustizia efficiente e perciò credibile. Le condizioni in cui lavorano i magistrati italiani, rispetto a quelli europei, evidenziano gravi carenze organizzative e strutturali che fanno capo esclusivamente alla responsabilità del Ministero. Di tutto ciò l’opinione pubblica non é adeguatamente informata poiché viene continuamente bombardata dai media con la rappresentazione strumentale della “ malagiustizia” di cui i magistrati sono vittime al pari dei cittadini. L’imparzialità dei magistrati dipende dalla preparazione, dall’etica professionale e dal dovere di adempiere alla funzione con disciplina ed onore.Riforma giustizia: Pm di lotta e di governo denuncia il Procuratore Paci

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Gianfranco D'Anna
Fondatore e Direttore di zerozeronews.it Editorialista di Italpress. Già Condirettore dei Giornali Radio Rai, Capo Redattore Esteri e inviato di guerra al Tg2, inviato antimafia per Tg1 e Rai Palermo al maxiprocesso a cosa nostra. Ha fatto parte delle redazioni di “Viaggio attorno all’uomo” di Sergio Zavoli ed “Il Fatto” di Enzo Biagi. Vincitore nel 2007 del Premio Saint Vincent di giornalismo per il programma “Pianeta Dimenticato” di Radio1.
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