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Effetto Sezioni Unite Cassazione sul processo d’appello Open Arms

by Gianfranco D’Anna

Con una carambola giudiziaria che potrebbe avere effetti dirompenti, le Sezioni Unite civili della Cassazione riaprono indirettamente il processo “Open Arms” nei confronti di Matteo Salvini, conclusosi a dicembre con l’assoluzione dell’allora Ministro dell’Interno.Effetto Sezioni Unite Cassazione sul processo appello Open Arms

“Va certamente escluso che il rifiuto dell’autorizzazione allo sbarco dei migranti soccorsi in mare protratto per dieci giorni possa considerarsi quale atto politico sottratto al controllo giurisdizionale”: questo il punto centrale dell’ordinanza di 137 pagine con la quale i supremi giudici delle Sezioni unite civili della Corte di Cassazione hanno accolto il ricorso di 41 profughi provenienti dall’Eritrea, che si trovavano a bordo della nave della Guardia Costiera “Diciotti”  che nel 2018 furono trattenuti a bordo dal 16 al 25 agosto.

“Si é in presenza, piuttosto di un atto che esprime una funzione amministrativa da svolgere, sia pure in attuazione di un indirizzo politico” – sottolineano le Sezioni unite della Cassazione civile – “al fine di contemperare gli interessi in gioco e che proprio per questo si innesta su una regolamentazione che a vari livelli, internazionale e nazionale, ne segna i confini. Le motivazioni politiche alla base della condotta non ne snaturano la qualificazione, non rendono, cioè, politico un atto che é, e resta, ontologicamente amministrativo. Non vi é dunque difetto assoluto di giurisdizione. Nella misura in cui l’ambito di estensione del potere discrezionale, anche quello amplissimo che connota un’azione di governo, é circoscritto da vincoli posti da norme giuridiche che ne segnano i confini o ne indirizzano l’esercizio, il rispetto di tali vincoli costituisce un requisito di legittimità e di validità dell’atto, sindacabile nelle sedi appropriate”.Effetto Sezioni Unite Cassazione sul processo appello Open Arms

“E tra tali vincoli – prosegue l’ordinanza delle sezioni unite civili della Cassazione – rilievo primario ha certamente il rispetto e la salvaguardia dei diritti inviolabili della persona. L’azione del Governo, ancorché motivata da ragioni politiche, non può mai ritenersi sottratta al sindacato giurisdizionale quando si ponga al di fuori dei limiti che la Costituzione e la legge gli impongono, soprattutto quando siano in gioco i diritti fondamentali dei cittadini (o stranieri), costituzionalmente tutelati”, concludono i supremi giudici delle sezioni unite civili della Cassazione.

Per genesi e iter procedurale il caso “Diciotti” é speculare a quello del processo “Open Arms”, conclusosi il 21 dicembre dinnanzi al Tribunale di Palermo  con l’assoluzione di Matteo Salvini perché “il fatto non sussiste”.

Le Sezioni unite civili della Cassazione affermano due cose fondamentali: che non è stato un atto politico insindacabile da parte dell’autorità giudiziaria e che invece si è trattato di un atto illecito che dà diritto al risarcimento del danno.

Due principi destinati a corroborare ulteriormente gli atti d’appello in progress della Procura della Repubblica e della Procura Generale di Palermo avverso la sentenza di primo grado del processo “Open Arms” della quale sono attese le motivazioni.

Rispetto alla vicenda della nave “Diciotti” della Guardia Costiera, il processo “Open arms” differisce soltanto per l’autorizzazione a procedere nei confronti di Salvini, concessa  il 30 luglio del 2020 dal Senato. Il blocco per 10 giorni dei 41 migranti sulla “Diciotti” risale all’agosto  del 2018, quello protrattosi per 19 giorni dei 141 naufraghi soccorsi in mare in tre diversi salvataggi dalla nave della ong “Open Arms” é dell’agosto dell’anno successivo, il 2019.

In entrambi i casi le sezioni di Catania e di Palermo del Tribunale dei Ministri chiesero al Parlamento l’autorizzazione a procedere per sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio.

Ma per l’inchiesta sulla “Diciotti”, il 20 marzo 2019 con 237 voti contrari (Lega, 5Stelle,Forza Italia e Fratelli d’Italia) e 61 favorevoli ( PD, Liberi e Uguali) il Senato tuttavia respinse la richiesta di autorizzazione a procedere nel confronti di Salvini e quel processo quindi non si celebrò mai.

Per il caso “Open arms”, a fine luglio del 2020 invece il Senato concesse con 149 voti (5 Stelle,Pd, Iv, Leu ed Autonomie) contro 141  (Lega,Fratelli d’Italia e Forza Italia) l’autorizzazione a procedere contro l’allora Ministro dell’interno Matteo Salvini.

A capovolgere la situazione furono i voti del Movimento 5 Stelle perché Salvini e la Lega avevano affossato il governo presieduto dall’esponente grillino Giuseppe Conte.

Per analogia, sulla base del rigore delle ordinanze delle Sezioni Unite civili della Cassazione, il mancato sbarco per 10 giorni dei migranti dalla “Diciotti” giudicato inappellabilmente come un atto politico che non si configura come insindacabile da parte dell’autorità giudiziaria e che anzi integra una fattispecie illecita che dà diritto al risarcimento del danno, é ineludibilmente destinato a determinare una più attenta valutazione da parte della Corte d’Appello del processo “Open Arms” di secondo grado e a maggior ragione, in caso di ricorso, da parte della Cassazione .

Mai come in questo caso, invettive politiche e confutazioni giurisprudenziali sembrano destinate ad infrangersi sugli scogli dell’analisi dell’ovvio.

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Gianfranco D'Anna
Fondatore e Direttore di zerozeronews.it Editorialista di Italpress. Già Condirettore dei Giornali Radio Rai, Capo Redattore Esteri e inviato di guerra al Tg2, inviato antimafia per Tg1 e Rai Palermo al maxiprocesso a cosa nostra. Ha fatto parte delle redazioni di “Viaggio attorno all’uomo” di Sergio Zavoli ed “Il Fatto” di Enzo Biagi. Vincitore nel 2007 del Premio Saint Vincent di giornalismo per il programma “Pianeta Dimenticato” di Radio1.
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