Nessuno sa davvero cosa esista oltre il fiume che separa le due rive della vita e della morte.
Nessuno è mai tornato indietro a raccontare che oltre il fiume cherubini e musica angelica spezzano la dimensione senza tempo del termine della vita terrena.
Sant’Agostino assicura che la morte non è niente, è solo un passaggio dall’altra parte “….è come se fossi nella stanza accanto…”.
Ma nessuno ha mai assicurato a chi resta che “….c’è una continuità che non si spezza”.
Quel gran poeta maledetto di Faber scriveva a Ninetta che a crepare di maggio ci vuole tanto, troppo coraggio. Forse volare in braccio alla morte in Agosto è la punta massima di eroismo, forse di egoismo.
Mentre la natura, la luce, la terra danno il meglio di sé nella potenza accecante del sole, scegliere l’ombra eterna esige tanta disperazione.
Nel grande mistero della morte capire la dimensione del suicidio è una voragine incatenata di perché.
Comunque sia, la fine di un percorso terreno comune genera un dolore acuto e perenne che sa diventare amaro, presente e silenzioso nel tempo lasciando cicatrici incancellabili.
L’assenza per sempre è la mano che non trovi più lungo la strada, la prima parola muta di un risveglio senza sorriso, il blocco eterno della condivisione.
Darsi la morte ad agosto è chiudere la pena di un dolore senza fine, è l’estremo rimedio ad un senso di colpa che schiaccia ogni respiro, è un sogno carico di redenzione offerto come estremo sacrificio a chi resta.
Domande, perché, rimpianti e rimorsi.
E quel torrente inevitabile di ricordi blindati in ogni battito del cuore.
Un attimo e sei oltre il fiume.
Non ci sono stanze accanto.
Resta tanto silenzio anche per chi ha il balsamo prezioso del conforto della fede e spera di ritrovare sentieri interrotti senza le briciole di Pollicino.
Se mi ami non piangere, non piangere più se veramente mi ami.
È ancora Sant’Agostino a cercare un’immagine di conforto per chi resta e non può fare a meno del dolore.
È difficile non piangere per chi sceglie di morire d’agosto, è impossibile non domandarsi il perché di una disperazione infinita.
Speriamo che oltre la riva del fiume esista davvero la pace e che ogni stanza accanto abbia pareti trasparenti fatte con mattoni di amore.