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L’allarme dei magistrati per una riforma schiacciata sulla nemesi nei confronti delle toghe

by Gianfranco D’Anna

Fra i peana della maggioranza che la acclama come la nemesi di Berlusconi e gaffe freudiane, come quella di una Ministra che ha affermato testualmente “oggi ha vinto il cittadino-imputato”, con 243 sì e 109 no, la Camera ha dato il via libera alla separazione delle carriere dei magistrati. In attesa dell’ultima approvazione da parte del senato, la mancanza della maggioranza dei due terzi fa scattare intanto l’iter referendario sulla riforma costituzionale.L'allarme dei magistrati per una riforma schiacciata sulla nemesi nei confronti delle toghe

Le tensioni e la contrapposizione fra maggioranza di governo e magistratura sono destinate ad acuirsi ulteriormente e inevitabilmente  a dividere il Paese. “E’ evidente l’intento di ridimensionare il ruolo costituzionale della Magistratura”  afferma Luigi Patronaggio per anni in prima linea contro cosa nostra in Sicilia e attualmente Procuratore Generale a Cagliari.

Luigi Patronaggio

Fra i riferimenti a Berlusconi, l’allarme degli addetti ai lavori e la denuncia di incostituzionalità delle opposizioni, l’Associazione nazionale Magistrati ha scelto una posizione tecnica: la riforma – ha affermato l’Anm – mette a rischio l’equilibrio dei poteri. E’ davvero così e perché?

Mi sia permesso preliminarmente osservare che prima di qualificare Silvio Berlusconi come padre della patria e padre nobile  di questa riforma, va ricordata la sua condanna definitiva per frode fiscale e la sua mai rinnegata amicizia con personaggi quali Marcello Dell’Utri e Vittorio Mangano. Detto questo, non può negarsi che vi sia un disegno politico dell’attuale maggioranza tendente a ridimensionare il peso della magistratura all’interno della tradizionale divisione dei poteri dello Stato. L’attuale Decidente respinge l’idea che vi possa essere un controllo di legalità, sulla base della Costituzione e delle altre leggi fondamentali anche sovranazionali, affidato ad un potere terzo ed autonomo rappresentato dall’Ordine Giudiziario nel suo complesso.

Il punto più dirompente?

La mortificazione del Consiglio Superiore della Magistratura, con l’introduzione del sorteggio dei suoi membri togati. Il che lo riduce da organo di rilevanza costituzionale, garante dell’autonomia e dell’indipendenza della magistratura, ad una sorta di consiglio di amministrazione con una forte componente filogovernativa.

Il confronto per il referendum riuscirà a spiegare ai cittadini la posta in gioco?

Il referendum, che è un fondamentale strumento di democrazia diretta, in questo contesto può trasformarsi in un pericoloso campo di scontro politico, dove al cittadino non sarà chiesto solo di dare il suo voto, pro o contro la separazione dei poteri, ma a formulare un più vasto giudizio sulla intera politica della maggioranza di governo. Questo anomalo confronto, a prescindere dal risultato, può diventare molto pericoloso per la tenuta delle Istituzioni stesse dello Stato. Io penso che il confronto debba avvenire con lealtà e reciproco rispetto istituzionale e che il linguaggio elettorale debba essere caratterizzato dalla continenza e dalla non violenza. Per citare Papa Francesco : “Bisogna disarmare le parole, per disarmare le menti e disarmare la Terra”.

Condivide la valutazione di quanti affermano che la mobilitazione referendaria dell’Anm viene considerata la prova della politicizzazione delle toghe?

L’interessata e strumentale vulgata della maggioranza, e dei suoi organi di informazione, vuole fare apparire la Magistratura italiana come una pericolosa banda di toghe rosse politicamente orientata. La verità é che la Magistratura rispecchia la composizione della società italiana, in questo momento fortemente lacerata fra chi auspica una società aperta, solidale e saldamente democratica e chi guarda con favore ad una governance “muscolosa” attenta in primo luogo all’affermazione di una politica securitaria ed identitaria.

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Gianfranco D'Anna
Gianfranco D'Anna
Fondatore e Direttore di zerozeronews.it Editorialista di Italpress. Già Condirettore dei Giornali Radio Rai, Capo Redattore Esteri e inviato di guerra al Tg2, inviato antimafia per Tg1 e Rai Palermo al maxiprocesso a cosa nostra. Ha fatto parte delle redazioni di “Viaggio attorno all’uomo” di Sergio Zavoli ed “Il Fatto” di Enzo Biagi. Vincitore nel 2007 del Premio Saint Vincent di giornalismo per il programma “Pianeta Dimenticato” di Radio1.
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