Timori di bolla speculativa: exploit e tramonto dei Bitcoin
Euforia e brividi per i possessori di Bitcoin. Euforia perché il valore della principale cripto valuta ha superato la soglia di 5.800 dollari, con una capitalizzazione complessiva di mercato vicina ai 97 miliardi di dollari.
Brividi, e molti, invece, perché qualche economista esperto del settore ritiene che i Bitcoin possano diventare una gigantesca bolla. Anzi : ” la bolla più grande del nostro tempo” sostiene Mike Novogratz, economista miliardario ed esperto di hedge fund.
Ad evocare l’effetto bolla speculativa sono le regole di Charles Dow, il padre dell’analisi tecnico-conomica. Dow è stato il fondatore del Wall Street Journal e del Dow Jones, il più noto indice azionario della Borsa di New York, ideato assieme al famoso statistico finanziario Edward Jones.
Eppure se oggi Bitcoin fosse un’azienda, la sua quota di mercato sarebbe comparabile a quella delle principali società del mondo. La moneta virtuale sarebbe al 77 ° nella lista delle 100 società principali del PwC, il network internazionale di revisione dei bilanci, consulenza di direzione e strategia legale e fiscale.
Un valore superiore a colossi economico finanziari del livello di Bayer, Goldman Sachs, UPS, Nike e Mitsubishi.
E gli esperti prevedono un nuovo aumento fino ad un nuovo massimale di $ 6.500. Bitcoin sta crescendo ad un ritmo del 480 per cento annuo, perché sostiene Novogratz, il mercato scommette sul fatto che la Cina possa rivedere il divieto imposto agli scambi in bitcoin.
Dopo il divieto cinese, lo yen giapponese ha consolidato il volume globale del commercio, con il 57 per cento del volume di scambio di bitcoin. A seguire il dollaro USA. “Ricordate, le bolle si verificano intorno a cose che cambiano radicalmente il nostro modo di vivere?” ha sottolineato Novogratz . ” Dopo la bolla Internet, che ha cambiato il nostro modo di vivere, Bitcoin – ha affermato l’ecomomista americano- probabilmente diventerà la bolla più grande del nostro tempo”.
Un effetto domino che coinvolgerebbe non soltanto i ricliclatori e il deep web, ma anche gli Stati più esposti. Molti ricordano l’arresto nel 2015 da parte della Polizia giapponese di Mark Karpeles il fondatore di MtGox, la compagnia che prima di dichiarare bancarotta nel febbraio del 2014, era la più grande piattaforma di scambio di bitcoin.
Il 30enne amministratore delegato è stato accusato di aver provocato la perdita 387 milioni di dollari. Karpeles, che è di origine francese, aveva detto che a provocare la perdita era stato un virus informatico, ma poi aveva dichiarato bancarotta. Insomma, dalla bolla alla bolletta !