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Cina comunista a congresso Xi Jinping fra Deng e Stalin

     Cina: la svolta del Pcc e di Xi JinpingCina comunista a congresso Xi Jinping fra Deng e Stalin

Si apre per Pechino una delicata fase di verifica delle ultime scelte politiche e di incerta definizione delle riforme.

La Cina si avvia verso il diciannovesimo Congresso del Partito Comunista evidenziando una politica di espansione e pervasività economica all’estero e di rigido controllo all’interno del paese. Una duplicità politica che ha accentuato i dubbi degli osservatori. Se la proiezione all’estero di Pechino è aumentata soprattutto con l’iniziativa Belt and Road di sviluppo infrastrutturale tra Asia, Africa ed Europa, sul piano interno rimangono ancora diverse domande in attesa di risposta, in particolare sulle riforme economiche e sulle aperture del sistema.Cina comunista a congresso Xi Jinping fra Deng e Stalin

Il diciannovesimo Congresso che “analizzerà in profondità la situazione internazionale e interna”, sottolinea con enfasi di regime l’agenzia Xinhua, comincerà a Pechino mercoledì 18 ottobre e durerà, secondo le previsioni, circa una settimana. I 2287 delegati eleggeranno il nuovo Comitato Centrale del Partito, composto di duecento dirigenti, che a sua volta dovrà eleggere i due organi decisionali di livello più alto: il Politburo, l’Ufficio Politico del Comitato Centrale, composto da 25 membri, e il Comitato Permanente del Politburo, vertice assoluto del potere, oggi composto da sette membri.

Gli interrogativi riguardano soprattutto il ruolo della leadership. Il Presidente e Segretario Xi Jinping designerà un erede? Dalla composizione del nuovo Comitato Permanente, gli osservatori cercheranno di interpretare il grado di influenza di Xi, la cui riconferma al vertice del partito e dello Stato è data praticamente per certa, nella scelta dei membri della nuova cerchia ristretta del potere.

Cina comunista a congresso Xi Jinping fra Deng e Stalin
Xi Jinping

Uno dei segnali che verranno seguiti più attentamente sarà la presenza o meno di un erede designato da Xi a guidare il partito e lo Stato a partire dal 2022, quando salirà al vertice della Cina la sesta generazione di leader comunisti. Tra questi ultimi, ci sono due nomi che compaiono con maggiore insistenza, quelli ell’emergente  Chen Min’er e di Hu Chunhua, attuale segretario del partito del Guangdong, la ricca provincia sud-orientale della Cina. Un mancato segnale sul possibile successore costituirebbe una rottura con la tradizione e potrebbe aprire a resistenze all’interno del partito, sulle riforme del sistema cinese.

La figura del presidente cinese, Xi Jinping, ricorda il settimanale inglese The Economist, che mette Xi in copertina, è emersa sullo scenario globale mentre quella di Trump e degli Stati Uniti appaiono in flessione. Già pochi giorni prima dell’insediamento alla Casa Bianca di Donald Trump, Xi aveva parlato davanti alla platea del World Economic Forum di Davos a difesa della globalizzazione. La Cina ha mandato messaggi chiari anche a favore del libero scambio e del rispetto degli accordi di Parigi, nei mesi successivi, in contrasto con i venti protezionistici provenienti da Washington e con il ritiro dagli accordi sul Clima annunciato da Trump a giugno scorso. Sul piano interno le cose, però, sembrano andare diversamente, almeno secondo il giudizio di alcuni tra gli osservatori più attenti della scena cinese.

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Il successore di Mao Deng Xiaoping considerato il padre della moderna Cina

 

L’ambizione di Xi Jinping di superare il grande sviluppo della Cina attuato da Deng Xiaoping trova una certa corrispondenza nella politica estera e negli accordi commerciali internazionali, ma si scontra all’interno del paese con una esponenziale accentuazione dei controlli su ogni aspetto della vita dei cinesi.

Il regime di Pechino è diventato il prototipo dell’oppressivo controllo totale del popolo più numeroso del Pianeta. Un controllo al quale non sfugge nulla delle comunicazioni, del  web, e delle attività culturali, sociali, economiche, sportive e religiose.

Molto dipenderà dall’equilibrio che la nuova leadership del Pcc intenderà creare tra partito e società. Su questo punto, spiega Yukon Huang, senior fellow all’istituto di studi internazionali  Carnegie Endowment e in passato country director per la Banca Mondiale in Cina, emerge una contraddizione, ovvero quella tra il ruolo decisivo del mercato per il reperimento delle risorse e il ruolo di guida che il Partito comunista continua ad avere nell’economia. “Questa ambiguità – afferma Yukon Huang – ha finora oscurato la formulazione e l’attuazione delle riforme.”cina-comunista-a-congresso-xi-jinping-fra-deng-e-stalin-

Fonte: Agenzia Italia

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Gianfranco D'Anna
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Fondatore e Direttore di zerozeronews.it Editorialista di Italpress. Già Condirettore dei Giornali Radio Rai, Capo Redattore Esteri e inviato di guerra al Tg2, inviato antimafia per Tg1 e Rai Palermo al maxiprocesso a cosa nostra. Ha fatto parte delle redazioni di “Viaggio attorno all’uomo” di Sergio Zavoli ed “Il Fatto” di Enzo Biagi. Vincitore nel 2007 del Premio Saint Vincent di giornalismo per il programma “Pianeta Dimenticato” di Radio1.
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