Dirompente e imprevedibile, contraddittorio e inquietante, il potere presidenziale di Donald Trump viene sempre più frequentemente bloccato e costretto al ritiro dall’applicazione delle leggi previste dalla Costituzione degli Stati Uniti d’America, essenza e baluardo della democrazia americana.
Una corte di New York ha bloccato i dazi reciproci di Donald Trump, definendoli illegali. I tre giudici della Corte per il commercio internazionale, istituita ai sensi dell’articolo III della Costituzione americana, che ha giurisdizione a livello nazionale sulle azioni civili derivanti dalle leggi doganali e commerciali internazionali degli Stati Uniti, hanno stabilito che la legge invocata dal Presidente per imporre le tariffe non gli conferisce l’autorità per farlo.
Immediata l’ira e la reazione scomposta della Casa Bianca . Prima il vice capo dello staff presidenziale Stephen Miller che si é spinto a definire la decisione della Corte “un colpo di stato giudiziario fuori controllo” e a seguire un portavoce dell’Amministrazione hanno attaccato la sentenza.
Poi é sceso in campo direttamente il Presidente : “Non spetta a giudici non eletti decidere come affrontare adeguatamente un’emergenza nazionale “ ha tuonato Trump.

E per concludere, la ricorrente propaganda del tycoon che ormai usa il plurale maiestatis:” Il Presidente Trump si é impegnato a mettere l’America al primo posto e l’amministrazione si impegna a utilizzare ogni leva del potere operativo per affrontare questa crisi e ripristinare la grandezza dell’America”.
L’amministrazione ha già annunciato che farà appello per capovolgere quanto deciso dai tre giudici, di cui uno nominato da Barack Obama, uno da Ronald Reagan e uno dallo stesso Trump. Non è escluso che il caso possa arrivare alla Corte Suprema, lasciando ai saggi una decisione con ampie implicazioni per l’economia mondiale.

La Us Court of International Trade, pronunciandosi su due casi distinti, ha emesso una sentenza che ha annullato i dazi imposti da Trump ai sensi dell’International Emergency Economic Powers Act, una legge del 1977 mai invocata prima sulle tariffe.
“Nei due casi presentati, la questione sottoposta alla corte é se l’International Emergency Economic Powers Act del 1997 delega al presidente sotto forma di autorità il potere di imporre dazi illimitati sulle merci provenienti da quasi tutti i paesi del mondo. La Corte non interpreta la legge del 1977 come un atto che conferisce tale autorità illimitata e annulla i dazi contestati imposti sulla sua base”, si legge nella decisione contenuta in 50 pagine che mette le ali ai future di Wall Street e al dollaro.

Per Trump quanto stabilito dalla corte é un durissimo colpo su un tema, quello dei dazi , che gli sta particolarmente a cuore e sul quale non ammette alternative.
Abituato a dare soprannomi a tutti, Trump si é irritato per quello che gli è stato affibbiato da un giornalista del Financial Times, che lo ha chiamato Taco Trade, acronimo di ‘Trump Always Chickens Out’, ovvero Trump torna sempre indietro in riferimento al suo tira e molla sui dazi fra annunci e pause.
A chi gli chiedeva un commento, Trump ha tagliato corto: “si chiamano trattative”. Fra sentenze, marce indietro e instabilità economico politica l’economia americana, e i commerci internazionali, sono nel marasma.
fonte Ansa