In Ucraina si muore e si soffre più di prima. Altro che miracolo, come hanno titolato i giornali sulla foto del faccia a faccia fra Donald Trump e Volodymyr Zelensky nel battistero della Basilica di San Pietro.
“Il momento più oscuro di questa guerra é adesso”, dice al settimanale britannico The Economist un ufficiale dell’intelligence ucraina.

Lungo le strade a ridosso della linea del fronte i trasportatori di carri armati delle forze di Kiev avanzano pesantemente verso la prima linea per arginare gli attacchi dell’armata russa, mentre le ambulanze si allontanano a tutta velocità. I miracoli stanno a zero, denunciano i militari ucraini che accusano Trump e Putin di convergenza di interessi scellerati sulla pelle del loro paese.
“Donald Trump – sostengono – vuole un successo da pubblicizzare il 29 aprile per il suo centesimo giorno di Presidenza e Vladimir Putin ha intensificato l’offensiva perché vuole una vittoria per coronare le celebrazioni russe del 9 maggio, l’80° anniversario della fine della seconda guerra mondiale. Ma entrambi si spaccheranno i denti sulla resistenza ucraina” affermano i soldati di Zelensky.
La situazione é tragica, fra ripiegamenti e contro attacchi le forze ucraine hanno respinto i russi in alcuni punti, ma il territorio perso é maggiore di quello riconquistato.
Mosca ha intensificato gli assalti grazie al rischieramento di truppe provenienti dal Kursk, dove i reparti ucraini che avevano invaso la regione russa sono stati respinti oltre confine.
E’ la prova di quanto da mesi sostiene l’intelligence americana e inglese: Putin non vuole affatto la pace per la semplice ragione che non sopravviverebbe alla fine della guerra scatenata contro l’Ucraina. I falchi russi non lo accetterebbero e lo riterrebbero responsabile di quella che verrebbe considerata una sconfitta.
Il 15 marzo scorso il Washington Post ha pubblicato un dettagliato reportage da Mosca su come gli ambienti militari filo nazionalisti russi abbiano ripetutamente definito la semplice eventualità di un cessate il fuoco “un tentativo di rubare la vittoria alla Russia”.

Ancora più esplicito, Boris Korchevnikov, conduttore di Spas, un canale religioso della principale emittente statale russa, che ha recentemente scritto su Telegram “per gli americani é un patto. Per noi é una guerra e un sacrificio per il futuro della Russia.” Aggiungendo testualmente di trovare la parola accordo disgustosa perché “passa sopra il sacrificio russo e sull’onore del nostro esercito”. Il post di Korchevnikov é stato ampiamente condiviso da attivisti ortodossi e canali collegati al patriarcato russo.
Sempre secondo il reportage moscovita del Washington Post, un alto funzionario del Cremlino ha ammesso che ci saranno “sicuramente coloro che saranno scontenti” della normalizzazione del dialogo bilaterale con gli Stati Uniti da parte della Russia” mentre in un intervento su Telegram, Vladimir Pastukhov, politologo russo dell’University College di Londra, ha sottolineato come le fratture all’interno del campo ultranazionalista russo riguardo a un possibile accordo di pace avrebbero potuto divampare, mettendo in discussione la legittimità di Putin”.
Se come sembra, sulla base dei rapporti convergenti dell’intelligence che ritiene un bluff l’atteggiamento accomodante di Putin sull’avvio di trattative di pace, il netto capovolgimento di strategia di Trump dovesse comportare un aut – aut negoziale al Cremlino, il Presidente russo si troverebbe con le spalle al muro.

Letteralmente preso in contropiede dal Presidente ucraino, il quale in meno di un mese uscito, anzi cacciato, dalla finestra dello Studio Ovale, é riuscito con lo storico faccia a faccia in Vaticano con Trump a rientrare alla Casa Bianca dalla porta principale.
Forte della solidarietà dell’opinione pubblica internazionale e del sostegno dell’Europa ed in particolare dell’Italia, dell’Inghilterra e della Francia, nonché dell’intero occidente, in poche settimane Zelensky ha ribaltato la situazione ed ha trasformato l’umiliazione in una sorta di cavallo di Troia ucraino nel cuore dell’amministrazione Usa che appoggiava Putin.
Da parte sua il Presidente russo confermando con continui spietati bombardamenti sui civili la sinistra fama di dittatore sanguinario, nell’evidente tentativo di cavalcare il nazionalismo dei falchi russi, ha cercato di approfittarne dando una spallata militare definitiva alle esauste forze ucraine.
