by Gianfranco D’Anna
Un diluvio di bombe americane sull’Iran. Decine di Stealt – 2 hanno bombardato la base sotterranea realizzata nelle viscere della montagna di Fordow, mentre 30 missili Tomahawk sono stati lanciati contro gli altri due siti nucleari a Natanz ed Esfahan.
Ben prima della scadenza di due settimane che aveva promesso per negoziare con Teheran, il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha sferrato un attacco a sorpresa in Iran, per quello che spera sia il colpo di grazia decisivo, dopo nove giorni di bombardamenti israeliani.
L’Europa e tutti i paesi occidentali stanno aumentando in maniera esponenziale le misure di sicurezza e i controlli preventivi antiterrorismo per scongiurare i rischi di un’imprevedibile escalation del fondamentalismo islamico, già minacciato dalla tv di Stato iraniana, secondo cui “ogni cittadino americano, o militare, é ora un obiettivo legittimo”. “Adesso é iniziata la guerra”, affermano sui social i Guardiani della Rivoluzione iraniana.
Minacce alle quali si sono aggiunte quelle degli Houthi, finanziati, armati e teleguidati da Teheran, che hanno preannunciato attacchi e sfracelli contro le unità della flotta americana nel Mar Rosso e contro le basi americane nell’area.
È stato lo stesso presidente ad annunciare il blitz, seguito in tutte le sue fasi dalla situation room della Casa Bianca, con un post su Truth, rivelando che gli Usa avevano “completato con successo” il loro attacco ai siti nucleari iraniani di Fordow, Natanz ed Esfahan sganciando “un carico completo di bombe sul sito principale di Fordow”. E che “tutti gli aerei sono ora fuori dallo spazio aereo iraniano” e “stanno rientrando sani e salvi”.
Quindi le congratulazioni ed il vanto di aver fatto quello “che nessun altro esercito al mondo avrebbe potuto fare” e il monito che ” é l’ora della pace”. “Questo é un momento storico per gli Stati Uniti d’America, Israele e il mondo”, ha risultato in un altro post.
Poche ore dopo ha parlato alla nazione dalla Casa Bianca, accanto al vice JD Vance, al segretario di Stato Marco Rubio e al capo del Pentagono Pete Hegseth, che terranno una conferenza stampa, alle ore 8 locali, le 14 in Italia, insieme ai vertici militari.
