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Gli esordi contemporanei di Sciascia e Pasolini

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Rubrica di critica recensioni anticipazioni

I cardini del pensiero Socrate Buddha Confucio Gesù

by Piero Melati

Codesta é una chicca assoluta. L’ho trovata, a prezzo di “memorabilia” aspramente contrattato, alla bella bottega di libri all’ingresso del mercato monteverdino di San Giovanni di Dio in Roma.Gli esordi contemporanei di Sciascia e Pasolini

Porta la data del 1952 e ha la “premessa” di Pier Paolo Pasolini. Leonardo Sciascia era ancora un maestro elementare di Caltanissetta, che però aveva pubblicato (nel ’50 e nel ’52) due raccolte di poesie, la prima delle quali (Favole della dittatura) aveva colpito Ppp. Da qui la concessione di una prefazione alla piccola antologia.

Pasolini, nel 1952, era già quasi lui: Poesie a Casarsa era uscito nel 1942, nel ’49 aveva subito il primo processo per omosessualità e, sbarcato a Roma, si occupava in quel periodo proprio di poesia in dialetto. Poi, nel ’55 verrà Ragazzi di vita e nel ’61 il film L’accattone.

Il volumetto, edito dall’editore nisseno Sciascia (solo omonimo) raccoglie versi di Belli, Pascarella, Trisulla e Dell’Arco, ogni parte con una breve spiega del curatore, già alle prese con il suo metodo sottrattivo alla Borges.

Sciascia e Pasolini resteranno da allora in contatto per tutta la vita. Nel 1975, anno del suo omicidio, Pasolini scriverà sul Corriere della Sera l’articolo sulla scomparsa delle lucciole, metafora dei mali italiani.

Nel 1978 Sciascia aprirà il suo memorabile L’affaire Moro con “ho visto nella crepa di un muro una lucciola”, per definire poi l’amico assassinato “fraterno e lontano…in questo terribile paese che l’Italia è diventato”.Gli esordi contemporanei di Sciascia e Pasolini

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Piero Melati
Piero Melati
Palermitano, Giornalista professionista, per molti anni viceredattore capo de “Il Venerdì di Repubblica”, si occupa di attualità e cultura. Ha seguito per il giornale “L’Ora” di Palermo la guerra di mafia e il primo maxiprocesso a Cosa Nostra. Con “la Repubblica” ha aperto le redazioni locali di Napoli e Palermo ed é stato viceredattore capo della cronaca di Roma. È autore, con Francesco Vitale, del libro Vivi da morire (Bompiani 2015).
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