by Gianfranco D’Anna
Un colossale trompe-l’oeil politico. L’ineleggibilità di Marine Le Pen potrebbe trasformarsi in illusione della realtà. Un concorso di circostanze destinate a determinare un effetto diametralmente opposto a quello che attualmente appare.
Tanto che, sull’onda lunga della querelle su un’evanescente ineleggibilità, dopo tre sconfitte alle presidenziali la quarta candidatura probabilmente potrebbe essere quella della volta buona per la prima Madame la Président Marine Le Pen all’Eliseo.
Mentre ancora imperversa la retorica mediatica dell’ Élysée adieu, a Parigi si é infatti già messa in moto la macchina della nemesi politica dell’astuta leader del Rassemblement National.
“ Non è vero che la nostra democrazia è minata dall’autorità giudiziaria“ ha detto il Primo Ministro François Bayrou davanti all’Assemblea nazionale, in risposta al leader dei deputati dell’UDR, Eric Ciotti, alleato di Marine Le Pen.
“La legge su cui i giudici hanno basato la loro decisione é stata approvata dal Parlamento ed é il Parlamento che deciderà se é opportuno o meno modificare la formulazione della legge”, ha affermato il Premier confermando la disponibilità del Governo a discutere l’approvazione del disegno di legge per “abolire” l’esecuzione provvisoria dell’ineleggibilità, che il leader dell’Udr ha definito una condanna a morte politica nei confronti di Marine Le Pen.
Riconosciuta colpevole di appropriazione indebita di fondi pubblici nel caso degli assistenti parlamentari europei, Marine Le Pen é stata condannata a quattro anni di carcere (di cui due sospesi e due sottoposti a sorveglianza elettronica), a una multa di 100.000 euro e a cinque anni di ineleggibilità con effetto immediato. Ma più che il futuro politico della leader , sono le conseguenze della sentenza che restano incerte. Il ricorso annunciato da Marine Le Pen ha effetto sospensivo e quindi non dovrà scontare la pena, né pagare la multa di 100.000 euro prima della decisione della corte d’appello e nel frattempo l’Assemblea national, pur fra contrasti e dibattiti, avrà tempo e modo per abolire la clausola dell’ineleggibilità provvisoria.
Il tutto con una moltiplicazione di apparizioni mediatiche, frasi ad effetto, indignazione e appelli vari, che trasformeranno la già efficacissima capacità oratoria di Marine Le Pen nel mantra popolar nazionale che subliminalmente rassicurerà i francesi sulla chance di eleggere per la prima volta alla Presidenza della Republique la candidata più somigliante al piglio del Generale Charles De Gaulle, il fondatore della quinta Repubblica francese, che era solito chiudere i suoi interventi con un “ Vive la France, vive De Gaulle! ”
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