HomeRisvoltiLibia al veleno Governo sott’inchiesta dal Quirinale acqua sul fuoco

Libia al veleno Governo sott’inchiesta dal Quirinale acqua sul fuoco

by Gianfranco D’Anna

Evocare una guerra fra magistratura e governo é improprio e fuorviante, ma é evidente che in ogni caso si sia innescata una crisi istituzionale.

Tutto inizia con un atto dovuto imposto dalla legge. Un avviso di garanzia, a tutela degli stessi esponenti politici coinvolti nella complessa vicenda della scarcerazione di un generale libico e del suo trasferimento con un aereo di stato a Tripoli.Libia al veleno Governo sott’inchiesta Quirinale getta acqua sul fuoco

Fatti controversi seguiti all’arresto, il 19 gennaio, al suo arrivo a Torino, su richiesta della Corte Penale di Osama Elmasri, accusato di gravissimi crimini contro l’umanità e crimini di guerra.

In mancanza della necessaria convalida del Ministero della Giustizia, il 21 gennaio la Corte d’appello di Roma scarcera l‘alto ufficiale, capo dei servizi di sicurezza di Tripoli, che viene immediatamente trasferito su un aereo di stato in Libia.

Libia al veleno Governo sott’inchiesta Quirinale getta acqua sul fuoco
Osama Elmasri

Dopo la richiesta di chiarimenti della Corte penale internazionale e una specifica denuncia presentata da un penalista, la Procura di Roma non può non aprire un fascicolo ed inviare gli atti al Tribunale dei Ministri affinché vengano verificate la sussistenza o meno di fattispecie di reato.

La notizia che scuote i palazzi delle Istituzioni e acuisce le tensioni fra magistratura e politica, deflagra da Palazzo Chigi e viene data in questi termini in un video-comunicato dalla stessa Premier Giorgia Meloni:    “Il procuratore della Repubblica Francesco Lo Voi, lo stesso del fallimentare processo a Matteo Salvini per sequestro di persona mi ha appena inviato un avviso di garanzia per i reati di favoreggiamento e peculato in relazione alla vicenda del rimpatrio del cittadino Almasri.  Avviso di garanzia inviato anche ai ministri Carlo Nordio, Matteo Piantedosi e al Sottosegretario Alfredo Mantovano, presumo a seguito di una denuncia che é stata presentata dall’avvocato Luigi Li Gotti ex politico di sinistra molto vicino a Romano Prodi conosciuto per avere difeso pentiti del calibro di Buscetta, Brusca e altri mafiosi”.

Il  video – comunicato della Premier aggiunge inoltre:” ora i fatti sono abbastanza noti. La Corte penale internazionale dopo mesi di riflessione emette un mandato di arresto internazionale nei confronti del capo della polizia giudiziaria di Tripoli, ma curiosamente la Corte lo fa proprio quando questa persona stava per entrare sul territorio italiano dopo che per 12 giorni aveva serenamente soggiornato in altri tre Stati europei. La richiesta di arresto della Procura della Corte Penale internazionale non é stata trasmessa al ministero italiano della Giustizia, come invece é previsto dalla legge, e per questo la Corte di Appello di Roma decide di non procedere alla sua convalida. A questo punto, piuttosto che lasciare questo soggetto libero sul territorio italiano, decidiamo di espellerlo e di rimpatriarlo immediatamente per ragioni di sicurezza, con un volo apposito, come accade in altri casi analoghi. Questa – conclude – é la ragione per la quale la Procura di Roma oggi indaga me, il sottosegretario Mantovano e due ministri. Penso – conclude la Premier – che valga oggi quello che valeva ieri: non sono ricattabile e non mi faccio intimidire”.

Nonostante gli inviti alla ponderazione e alla valutazione della normale prassi giudiziaria destinata, se non fosse stata divulgata, a rimanere riservata, il contesto politico si trasforma in una bolgia di commenti, prese di posizione, proclami e mobilitazioni più o meno fuori misura.

All’indomani dell’infuocata inaugurazione dell’anno giudiziario nei 26 distretti italiani, con l’unanime rispedizione al mittente da parte delle toghe della riforma della giustizia del Governo cucita addosso alla separazione delle carriere fra giudici e pubblici ministeri, una riforma ritenuta irricevibile dall’Associazione nazionale magistrati, il poker di avvisi di garanzia alla Premier, al ministro dell’Interno, al Guardasigilli e al Sottosegretario con delega ai servizi segreti, rischia di cronicizzare una crisi istituzionale dalle prospettive imprevedibili.

Prospettive che preoccupano il Quirinale, già riservatamente mobilitatosi per ristabilire la corretta dialettica istituzionale fra gli organi dello Stato.

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Fondatore e Direttore di zerozeronews.it Editorialista di Italpress. Già Condirettore dei Giornali Radio Rai, Capo Redattore Esteri e inviato di guerra al Tg2, inviato antimafia per Tg1 e Rai Palermo al maxiprocesso a cosa nostra. Ha fatto parte delle redazioni di “Viaggio attorno all’uomo” di Sergio Zavoli ed “Il Fatto” di Enzo Biagi. Vincitore nel 2007 del Premio Saint Vincent di giornalismo per il programma “Pianeta Dimenticato” di Radio1.
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