Scenari da revival storici punici e sovietici a Mosca, dove Haftar e Serraj si sono presentati al Cremlino, compunti come due laureandi, per mettere a punto l’accordo di tregua in Libia davanti a Vladimir Putin l’Africano, appellativo che dopo duemila e passa anni può essere riassegnato a pieno titolo al Presidente Russo, considerato non solo l’interprete della revenge soviet, ma ora anche l’erede della leggenda del Console romano Publio Cornelio Scipione, il vincitore di Annibale a Zama.
Con buona pace dell’Europa, di Washington e della Nato, il totale spostamento a Mosca del baricentro libico é sancito dai contenuti dell’accordo proposto nella capitale russa ad un recalcitrante Comandante dell’Esercito libico (Lna) Generale Khalifa Haftar, che sembra più propenso ad alzare il prezzo, e al capo del Governo di accordo nazionale, Fayez al-Sarraj:
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Reciproco ritiro delle forze;
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Sospensione dell’intervento turco;
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Cessate il fuoco supervisionato dalla Russia e dalle Nazioni Unite
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Protezione dei pozzi di petrolio, delle risorse di gas naturale e dei porti
del Paese affidate alle forze del Generale Haftar
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Missione antiterroristica affidata all’Esercito nazionale libico.
“Anche se era evidente da mesi che le strade della Libia non portassero più a Roma, ora è incontrovertibile che conducono esclusivamente a Mosca” afferma l’ analista di strategie geopolitiche e militari Michela Mercuri, docente di Storia Contemporanea dei Paesi mediterranei ed esperta di Libia.
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Tregua effettiva o occasione per rinforzare le rispettive posizioni e riprendere i combattimenti?
La tregua è stata deliberata dai principali sponsor di Serraj e Haftar cioè Turchia e Russia. I due al momento sembrano averla pienamente accettata, ma la Libia ha molti protagonisti in campo, come le milizie ed i gruppi armati, specie nel Fezzan, che non si riconoscono né in Haftar né in Serraj e potrebbero mettere in crisi la tregua o addirittura approfittarne per inasprire i combattimenti, soprattutto per quanto concerne i gruppi jihadisti.
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Chi è messo meglio fra Serraj e Faftar?
Serraj gode dell’appoggio della Turchia la cui potenza appare più limitata di quella dei supporter di Haftar che sono anche più numerosi: Russia, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita. Inoltre le armi per Haftar passano per Egitto. La Turchia da questo punto di vista ha più difficoltà perché non ha un “passaggio” agile, specie per il trasporto di armi pesanti
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L’Italia che ruolo e che prospettiva ha?
L’Italia ha un ruolo molto limitato, perché la tregua è stata deliberata da russi e turchi, che de facto controllano i loro alleati sul terreno. L’Italia non può contare sulla Unione Europea, divisa soprattutto dall’opposizione francese che non ha intenzione di abbandonare il suo sostegno ad Haftar. A Roma resta una sola possibilità: dialogare in maniera autonoma con russi e turchi. L’Italia per contare in Europa deve contare in Libia e solo così può farlo.
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Putin ed Erdogan hanno stanno tagliando fuori dalla Libia Usa, Francia, Germania e Italia?
Si e non hanno sbagliato perché questi attori non hanno al momento nessun peso netto sul dossier libico. Da un punto di vista eminentemente tattico, perché coinvolgere altri attori che avrebbero “rallentare” le trattative quando in due l’accordo era già fatto?
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Che strategia sta seguendo la Cina che ha un ingente e crescente presenza economico militare in Africa?