Se ne é andato come ha vissuto, scrivendo. E probabilmente con l’unico rammarico di non aver potuto pubblicare il coccodrillo di Eugenio Scalfari, da lui ribattezzato Barbapapà, che da anni mentalmente aggiornava.

Sarà Scalfari invece a scrivere il ricordo di Giampaolo Pansa, 84 anni di trincea giornalistica nei più grandi quotidiani e settimanali d’Italia, scomparso domenica sera a Roma.
Nel 2016 aveva perso il figlio Alessandro, già Amministratore delegato di Finmeccanica, morto a 55 anni. Un dolore dal quale non si era mai ripreso.
Scrittore rigoroso, autore di numerosi libri, polemista che lasciava il segno, commentatore dallo sguardo lungo, Giampaolo Pansa è stato una delle prime firme del giornalismo, paragonabile a Enzo Biagi, Gianni Brera, Indro Montanelli, Giorgio Bocca e a scrittori come Pietro Citati e Umberto Eco.
“Vi scrivo da un paese che non c’è piu”: fu il suo incipit dal Vajont. Suoi numerosi scoop, per esempio sullo scandalo Lockeed, ma anche espressioni entrate ella storia come la ‘Balena bianca‘, cioè la Democrazia cristiana, o il ‘Bestiario‘ della politica.
Dall’esordio alla Stampa al Giorno di Milano, da Repubblica all’Espresso, da Epoca a Panorama, dal Messaggero a Libero a La Verità fino al rientro nel 2019 al Corriere della Sera, Pansa ha firmato in prima pagina fino a pochi giorni fa, raccontando con acume la società e la politica italiana, mettendo alla berlina i vizi della classe dirigente e soprattutto proponendo un punto di vista controcorrente, sempre in grado di stimolare il dibattito e la riflessione.
Addio Giampa, amico affettuoso e paziente di tante interviste: chi è stimato e amato non conosce morte
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Fondatore e Direttore di zerozeronews.it
Editorialista di Italpress. Già Condirettore dei Giornali Radio Rai, Capo Redattore Esteri e inviato di guerra al Tg2, inviato antimafia per Rai Palermo e Tg1