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L’implosione della politica lancia il Draghi party

Al setaccio, prima della pandemia e fra qualche settimana delle amministrative, la politica sta attraversando una fase di scomposizione e riaggregazione. Un amalgama che in prospettiva potrebbe determinare la formazione del Draghi party, il partito del Premier.L’implosione della politica lancia il Draghi party

Il notevole impatto internazionale dell’azione di governo di Mario Draghi, pubblicamente elogiato e indicato come esempio da seguire dall’Europa e dagli Stati Uniti, ed il perfezionamento della maggioranza che sorregge il Premier hanno avviato una naturale selezione degli elementi convergenti e l’isolamento di quelli incoerenti.

Di fatto all’interno dei partiti, la forza centrifuga dell’incisività dell’esecutivo ha avviato evoluzioni politiche che hanno modificato più o meno profondamente gli assetti originari. Lega e 5 Stelle rappresentano i casi più evidenti.

L’implosione della politica lancia il Draghi party
Matteo Salvini Giancarlo Giorgetti Luca Zaia

Anche se per trarre il bilancio complessivo è necessario attendere l’esito delle amministrative, il progressivo avvitamento di Matteo Salvini sul green pass, le dimissioni del sottosegretario Durigon, l’unificazione con Forza Italia e sulla fallita sfiducia al Ministro dell’Interno, hanno diversificato in maniera netta le posizioni del segretario da quelle del resto della Lega, rappresentato dal Ministro dello sviluppo Giancarlo Giorgetti, dai Governatori di Veneto, Lombardia e Friuli Venezia Giulia e dagli ambienti confindustriali. Una nuova Lega in progress saldamente ancorata al Governo Draghi e sempre più insofferente rispetto alle controproducenti fughe in avanti e alla saturazione salviniana dei media.

Analoga nella sostanza, ma molto più frastagliata la situazione interna dei grillini. Il Movimento si muove di fatto sul doppio binario del convinto apporto dei Ministri Di Maio, Cingolani, Patuanelli, D’Incà e Dadone alle decisioni ed alle riforme attuate e messe in cantiere dal Governo, mentre il neo presidente del Movimento Giuseppe Conte continua a marcare  le differenze e i distinguo rispetto all’esecutivo.  L’elezione fra i garanti del Presidente della Camera Roberto Fico e del Ministro degli esteri, schierati con Beppe Grillo, potrebbe rappresentare una spada di Damocle incombente su Conte che fra i Garanti può fare affidamento solo su Virginia Raggi.

Morfologicamente per i 5 Stelle l’autunno è dunque molto diverso dalla primavera. In attesa delle amministrative, con risultati che i sondaggi preannunciano simili ad un colpo di maglio negativo, i grillini operano già come separati in casa. Resta solo da verificare la consistenza parlamentare dei governativi rispetto a quanti vorrebbero passare all’opposizione.

Meno evidente, per le reminiscenze centralistiche della tradizione cattolica e comunista, ma altrettanto profonda, la mutazione in corso nel Pd. Al Nazareno la somma dei Dna della Dc e del Pci, partiti che si identificavano nello Stato, rinvierà al voto sul Quirinale la resa dei conti fra i quattro variegati schieramenti interni che per il momento si scrutano a quota periscopio con i siluri pronti: l’area Zingaretti-Bettini, la sinistra orlandiana, l’area dem di Franceschini e la base riformista di Guerini e Lotti.L’implosione della politica lancia il Draghi party

L’unica evoluzione in corso riguarda lo spazio che il segretario Enrico Letta sta tentando di ricavarsi all’interno delle quattro aree per contare su una sua maggioranza autonoma. Decisiva per molti degli assetti l’esito della candidatura di Gualtieri per il Campidoglio. Sul Quirinale la variante Bettini, che lancia per il Colle la candidatura di Draghi e prefigura liste comuni alle politiche con i 5 Stelle, non mette in conto da una parte l’unanime richiesta europea, atlantica e dei mercati di far proseguire al Premier l’essenziale completamento del risanamento del Paese e dall’altra non considera la liquefazione annunciata dei 5 Stelle, che già alle amministrative hanno avuto problemi insormontabili per presentare le liste.L’implosione della politica lancia il Draghi party

Nonostante il gelo del Nazareno, il Bettini-pensiero lascia intendere per la coalizione Pd-5 Stelle la sempre più improbabile leadership di Conte.  Per il Quirinale, a meno di un ricompattamento del centrodestra avulso da veleni e premiership, sulla spinta dell’ unanime apprezzamento internazionale per Sergio Mattarella, si è ulteriormente rafforzata l’ipotesi di una conferma di garanzia del Presidente uscente.

Sulla riva di Forza Italia, i componenti del Governo e i gruppi parlamentari cercano di assecondare come possono l’ultimo miraggio del Quirinale del fondatore Silvio Berlusconi, impegnato tuttavia a fronteggiare contemporaneamente la deriva giudiziaria.L’implosione della politica lancia il Draghi party

Sull’abbrivio liberal democratico, Matteo Renzi e Italia Viva, nonché gli azzurri e i parlamentari recentemente usciti dal partito del cavaliere per formare il simil-gruppo di Coraggio Italia, sarebbero i primi ad aderire ad un eventuale Draghi party al quale, pur senza alcuna considerazione e accondiscendenza da parte di Mario Draghi,  sempre più frequentemente fanno riferimento gli ambienti parlamentari e gli esponenti di vari partiti in fibrillazione.

Del resto, teorizzano gli esperti, uno Stato non può essere governato in base agli interessi politici, ma solo assecondando le esigenze dei cittadini e l’orientamento prevalente dell’opinione pubblica.
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Gianfranco D'Anna
Gianfranco D'Anna
Fondatore e Direttore di zerozeronews.it Editorialista di Italpress. Già Condirettore dei Giornali Radio Rai, Capo Redattore Esteri e inviato di guerra al Tg2, inviato antimafia per Tg1 e Rai Palermo al maxiprocesso a cosa nostra. Ha fatto parte delle redazioni di “Viaggio attorno all’uomo” di Sergio Zavoli ed “Il Fatto” di Enzo Biagi. Vincitore nel 2007 del Premio Saint Vincent di giornalismo per il programma “Pianeta Dimenticato” di Radio1.
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