L’orizzonte politico si è offuscato. Ogni settimana è peggiore della precedente col Governo in bilico ed il Paese in mezzo al guado sul fronte internazionale.
Con i partiti in piena sindrome elettorale, la maggioranza rischia di essere travolta dall’effetto Penelope, ovvero dal progressivo disfacimento parlamentare delle unanimi decisioni del Governo.
Archiviata faticosamente la settimana in corso col sostegno del Quirinale, Mario Draghi si appresta a tirare le somme di una imminente verifica con i leader della effettiva disponibilità delle forze politiche che sostengono l’esecutivo di portare a termine le riforme essenziali per rientrare nel piano di rinascita e di sviluppo finanziato dall’Europa.
E’ un passaggio delicato e determinante che a partire dalla settimana entrante imprimerà una svolta che rilancerà l’azione di governo fino a conclusione della legislatura, oppure segnerà un rischioso avvitamento politico. Una crisi che potrebbe comportare il rischio delle inimmaginabili conseguenze del naufragio degli aiuti europei del Pnrr, dell’incontrollabilità del debito pubblico e dell’impennata dello spread verso lo spettro del default dell’Italia.
Con l’aggiunta a dir poco catastrofica dell’eventuale sprofondamento verso la guerra della crisi ucraina e di una ulteriore valanga di aumenti energetici e di deficit nazionale.
Scenari da incubo, che il Premier ed il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella confidano di disinnescare.



