by Gianfranco D’Anna
Con un blitz, dal latino lo Spirito Santo é passato all’inglese. Il nuovo Papa Robert Francis Prevost, Leone XIV, é il primo Pontefice statunitense della storia. Con un riverbero che riguarda tutto il continente americano perché anche se é nato a Chicago ha avuto le principali esperienze pastorali missionarie in Perù.

ln controluce la fumata bianca fa esplodere letteralmente Piazza San Pietro e rimbalza mediaticamente in tutto il mondo :“il Papaa, il Papaaaa…” gridano tutti a squarciagola allungandone il nome, come neanche i radio-telecronisti in delirio da gol. Molti hanno le lacrime agli occhi.
È un momento d’ emozione e solennità, di sacralità e comunicazione globale. Non ci sono indifferenti, il Mondo intero é presente in Piazza San Pietro, consapevole del momento storico che sta vivendo.
Ancora più emozionante é ascoltare l’identità, che sorprende tutti, del Papa eletto, Robert Francis Prevost, così come il nome pontificio scelto del neo Santo Padre, Leone XIV.
Emozione che raggiunge il culmine quando Papa Leone si affaccia fra le interminabili ovazioni dei fedeli alla loggia della Basilica vaticana e la sua espressione é la trasfigurazione della consapevolezza della responsabilità di guidare la Chiesa Universale.

La trasfigurazione dell’assunzione del ruolo di leader spirituale, non soltanto del miliardo e mezzo circa di cattolici, ma dell’intera cristianità. Un uomo solo, al centro della scena mondiale, chiamato ad indicare la rotta dell’Ecclesia negli oceani in tempesta di un pianeta sconvolto dalle guerre e dai conflitti economici, dalle ingiustizie sociali, da terribili dittature, da fame ed epidemie.
Sono davvero infinite le attese e le speranze per le iniziative di Pace del nuovo Papa. Riuscirà a fermare le guerre e i massacri in Ucraina e a Gaza?
Aspettative inimmaginabili, che tuttavia il sorriso le parole e i gesti iniziali e il nome scelto dal 267° successore di Pietro appena eletto Sommo Pontefice incoraggiano a ritenere possibili.
Andrà a Mosca e a Gaza ? si chiedono i più audaci, spingendosi perfino a fare paragoni con Leone Magno che nel 452 fermò Attila, il re degli Unni soprannominato “flagello di Dio”.
E sul piano dottrinario da agostiniano abolirà il celibato e aprirà il sacerdozio alle donne?
