Pasqua di sangue senza resurrezione fra Mosca e Kiev

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Pasqua di sangue senza resurrezione fra Mosca e Kiev
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Doppia Pasqua di sangue senza resurrezione sui cieli di Mosca e Kiev. Invece della colomba della pace, sul Mar Nero si aggira lo spettro di Tsushima, la maledizione della terribile sconfitta della flotta russa fatta a pezzi dai giapponesi nel 1905 (21 navi da battaglia affondate fra cui 11 corazzate e 9 incrociatori,  4380 marinai uccisi, 5917 fatti prigionieri).

Pasqua di sangue senza resurrezione fra Mosca e Kiev
L’incrociatore lanciamissili Moskva ammiraglia della flotta russa del Mar Nero

Colpito e affondato dai missili antinave ucraini Neptune, l’incrociatore Moskva, nave ammiraglia della squadra navale del Mar Nero, la terza nave più grande di tutta la flotta russa, e per dimensioni e potenza la seconda imbarcazione da guerra dopo la Saratov colata a picco davanti la costa fra Odessa e la Crimea. Per il Cremlino non è soltanto un sinistro presagio, ma anche la prova che missili, droni e armi anticarro hanno radicalmente modificato tattiche e strategie di guerra. Tanto sul campo di battaglia quanto in mare e nei cieli. Soldati, carri armati, aerei, navi e sommergibili vengono già sostituiti da robot e droni guidati da remoto attraverso i satelliti. Blindati e reparti armati sono ormai destinati a conquistare, presidiare o a difendere le città.Pasqua di sangue senza resurrezione fra Mosca e Kiev

Dopo la mancata conquista di Kiev e la “lezione” della Moskva, il mancato sfondamento delle strenue difese ucraine fra il Dnepr e il Dombass, nonostante l’onda d’urto delle circa 90 divisioni russe mobilitate e inviate sul fronte da Mosca, rappresentano già una clamorosa débâcle per Putin. Una disfatta non solo militare ma soprattutto politica, perché anche se dopo altre settimane di scontri alla fine le truppe russe dovessero dilagare nel sud dell’Ucraina, eventualità che viene tuttavia esclusa dagli analisti, le forze armate di Mosca risulterebbero decimate e a corto di mezzi armamenti e uomini. Non in grado cioè di assecondare le minacce di Putin contro Finlandia e Svezia, che potrebbero entrare a breve a far parte della Nato e meno che mai potrebbero reggere un eventuale scontro diretto con l’Alleanza Atlantica.

L’invasione dell’Ucraina, a prescindere dall’esito sul campo, che comunque é fallimentare, sta provocando  per la Russia di Putin una valanga di effetti negativi non rimediabili, che si protrarranno e aggraveranno negli anni: l’accerchiamento militare, l’incapacità difensiva delle forze armate, a parte la deterrenza nucleare, dimostratesi assolutamente non in grado di competere con gli eserciti occidentali, il default economico e finanziario, l’isolamento internazionale e la conseguente sudditanza di fatto nei confronti della Cina e dell’India.

“Se guardiamo in controluce i primi 50 giorni del conflitto emergono chiari tutti i punti della incapacità russa di affrontare questa guerra ibrida” afferma l’analista Arduino Paniccia, Docente di studi Strategici e Presidente della Scuola di Competizione Economica Internazionale di Venezia.

Pasqua di sangue senza resurrezione fra Mosca e Kiev
Arduino Paniccia

Quanti e quali ?

Sono tre. Quello principale è rappresentato dalla commistione tipica della dottrina russa tra tattico e strategico, che é sempre un errore. Ovvero l’incapacità di superare la concezione strategica della seconda guerra mondiale, cioè il ricorso alle colonne di carri armati per predisporsi alle battaglie campali e la riluttanza ad utilizzare tutte le opportunità dei combattimenti ibridi, senza limiti tecnologici e adeguandosi al terreno. Ricorrendo inoltre ad una intelligence di disinformazione piuttosto che alla reale conoscenza della situazione dell’avversario.

Il secondo punto é quello di un intelligence arrogante e autoreferenziale, tesa esclusivamente più a compiacere Putin che a raccogliere e a illustrargli i riscontri della effettiva realtà per consigliare opportune correzioni

L’ultimo e fondamentale aspetto riguarda la rivoluzione strategica determinata dalla cyber war e dall’enorme e continua evoluzione delle tecnologie: l’avvento dei satelliti e dei missili di precisione, il radicale cambiamento del ruolo delle fanterie e dei reparti corazzati, delle flotte e dei caccia bombardieri che possono essere individuati e distrutti a distanza.Pasqua di sangue senza resurrezione fra Mosca e Kiev

Situazione in progress?               

La capacità di risposta Ucraina alla seconda fase della prevista durissima offensiva russa guidata, dopo le purghe interne al Cremlino, direttamente da Putin e dal generale Alexander Dvornikov esperto di stragi in Siria e Cecenia, offensiva  definita risolutiva da Mosca, si sta dimostrando per il momento un nuovo fallimento.

La reazione Ucraina condotta anche sul fronte del Mar Nero e appoggiata strategicamente alla zona d’ombra delle foci rumene del Danubio in mano Nato, con la forte presenza della nuova base aerea americana e il contributo dell’esperienza navale inglese, si sta dimostrando risolutiva.

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Il Premier britannico Jonhson a Kiev

Confronto strategico ?      

La differenza di impostazione tra russi e ucraini è data dal fatto anche che il Generale che guida l’esercito ucraino Valerii Zaluzhnyi, è il primo che non proviene dalla accademia russa ma ha studiato le linee strategiche occidentali. Due mondi a confronto. Non bisogna dimenticare che gli Stati Uniti sono lontani e la Russia è vicina, ma che l’Europa è ancora più vicina. E l’apporto decisivo a favore di una vittoria militare ucraina, o  quanto meno alla non sconfitta di Kiev, può venire dalla Gran Bretagna e dal Premier Boris Jonhson.

Pasqua di sangue senza resurrezione fra Mosca e Kiev
Il Comandante dell’esercito Ucraino Generale Valerii Zaluzhnyi e il Comandante dell’esercito russo d’invasione Alexander Dvornikov

Ruolo occidentale “dietro le quinte” ?
Il cordinamento inglese ed europeo delle forniture di armamenti e del supporto d’ intelligence con baricentro polacco repubbliche baltiche e rumeno si è dimostrato più efficace della rigida pianificazione americano centrica. Questo significa anche che gli Usa hanno già superato la sindrome della fuga da Kabul e oggi sono in grado realmente di sostenere e supportare anche militarmente alleati con i quali condurre la nuova politica di contenimento di autocrazie e dittature che è ormai uno degli scontri del futuro e del destino della globalizzazione così come la avevamo conosciuta fino ad oggi a trazione asiatica cui si è dapprima lentamente adagiato e poi sempre più docilmente allineato Putin.Pasqua di sangue senza resurrezione fra Mosca e Kiev

 

 

 

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