Last minute Palazzo Chigi
Premier al fotofinish. Per Palazzo Chigi tutte le strade passano dal Colle. La scelta infinita fra 5 Stelle e Lega del 29 esimo Presidente del Consiglio dell’Italia repubblicana sarà probabilmente completata soltanto lunedì al Quirinale.
Una strategia, quella della svolta all’ultimo secondo, che consente a Luigi Di Maio e Matteo Salvini di mantenere sotto pressione gli interlocutori all’interno e all’esterno dei rispettivi gruppi parlamentari fino al completamento del mosaico del nuovo governo giallo verde.
Il primo inedito governo del quale non faranno parte i partiti e gli eredi delle forze politiche che hanno dato vita alla Repubblica ed elaborato la Costituzione.
L’ostinato no alla premiership di Di Maio assicura a Salvini la certezza di ottenere per se il Viminale e per Giancarlo Giorgetti il ruolo di Sottosegretario alla Presidenza con delega ai servizi segreti. E la certezza di fare assegnare alla Lega i ministeri chiave dello Sviluppo economico, Agricoltura, Beni Culturali, Turismo.
A Di Maio lo stallo sul suo nome offre due chance: quella più importante é che alla fine se Salvini cederà per mancanza di alternative, il leader dei 5 Stelle potrà ben dire che nonostante fosse pronto a sacrificarsi per fare andare al governo il Movimento, il suo ruolo è stato riconosciuto come indispensabile. La seconda opzione Di Maio si aspetta possa essergli offerta dalla richiesta del Capo dello Stato di un Premier politico, protagonista dell’ elabolazione del contratto-programma di governo, con esperienza parlamentare e una riconoscibilità all’estero. Cioè lo stesso Di Maio.
Partorito il Premier, e annacquate le contrapposizioni con l’Europa e le scelte economiche impraticabili, la maggioranza giallo-verde dovrebbe procedere speditamente alla formazione dell’esecutivo e da subito collauderà, durante il voto al Senato per la fiducia, l’agibilità dei numeri necessari ad assicurarsi una tranquilla governabilità.
Sei voti di maggioranza a Palazzo Madama appaiono oggettivamente risicati. Un rischio che Salvini, e soprattutto Giorgetti, sperano di scongiurare recuperando adesioni alla Lega fra le fila di Forza Italia e del gruppo misto. 