Pignatone uno e trino. Dalla lotta alla mafia in Sicilia, Calabria ed Roma a Presidente del Tribunale dello Stato della Città del Vaticano.
Una nomina prestigiosa, decisa personalmente da Papa Francesco e che per la Santa Sede rappresenta una doppia svolta, laica e giudiziaria.
Con Giuseppe Pignatone, Bergoglio evidenzia l’urgenza di fare una radicale pulizia in Vaticano con la garanzia della terzietà e dell’esperienza unanimemente riconosciute all’ex Procuratore di Roma, che ha fama di essere un vero e proprio algoritmo togato della giustizia.
Dopo 45 anni dedicati alla lotta contro le mafie e le organizzazioni criminali internazionali e italiane, il neo Presidente del Tribunale Vaticano affronta ora la sfida con le subdole e spesso insospettabili fattispecie di reati ecclesiastici, previsti dall’ordinamento dello Stato della Città del Vaticano.
Dal caso della scomparsa di Emanuela Orlandi, alle inchieste sullo Ior e dintorni, all’ultimo scandalo finanziario con le indagini tuttora in pieno svolgimento, Pignatone ha una vasta esperienza e conoscenza delle inchieste che negli ultimi decenni hanno riguardato gli ambienti vaticani.
Un’esperienza in grado di offrire risposte e risultati concreti e laici. Perché come sosteneva Goethe “Tutte le cose si possono fare molto meglio se si possono fare due volte.”