La psicosi da coronavirus evidenza paure inconsce e irrazionali. “Bisogna allarmarsi solo dinanzi a gravi disturbi respiratori: il coronavirus é pericoloso per pazienti fragili, quali gli anziani, pazienti con patologie cardiovascolari, diabete, malattie oncologiche o ematologiche, ma, per quello che si sa al momento, la patologia non giustifica particolari allarmismi bensì rigorose regole igieniche per limitarne la diffusione”.

E’ quanto afferma all’Agenzia Dire il Prof. Luca Steardo, neurologo e psichiatra docente all’Università Giustino Fortunato di Benevento, su quella che definisce “la psicosi da coronavirus “perché incarna paure inconsce che non trovavano un bersaglio e ne hanno trovato uno preciso, riversando su di esso tutte le nostre ansie. Il modo in cui la popolazione si pone dinanzi ai pericoli – spiega – non è sempre proporzionato al rischio oggettivo, in questo caso c’è un allarmismo ingiustificato ed una reazione collettiva, come l’assalto ai supermercati” .
Per Steardo l’assenza di una serena disamina critica del reale pericolo può generare risposte emozionali prive di fondamento e dannose perché capaci di allontanare l’attenzione dal pericolo stesso.
“Nel caso specifico – sottolinea lo psichiatra – il timore dell’epidemia rappresenta l’ancestrale paura dell’ignoto che provoca in ciascuno una reazione regressiva causa dello smarrimento di ogni razionalità. E ad amplificare il timore sono anche i social network: il timore di una pandemia nell’epoca dei social fa sì che il timore si moltiplichi, perché questa iper comunicazione sull’argomento porta ad amplificare le notizie, nonche’ alla diffusione di molte false notizie”.
Le paure crescono anche sull’onda dei retropensieri. L’atteggiamento più responsabile è quello di seguire con scrupolosità le indicazioni e i suggerimenti forniti dalle Agenzie e dalle Autorità Sanitarie nazionali ed internazionali che vigilano con eminenti esperti sulla salute pubblica, “non facendoci contagiare – conclude il prof. Luca Steardo – da un panico, oggi assolutamente immotivato, in grado solo di deformare i termini e le dimensioni di un problema reale, che, in quanto reale, richiede tanta misura, tanta competenza e tanta razionalità per essere affrontato e superato”
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