Le due facce del pianeta sono quelle di Joe Biden e di Xi Jinping. Le stelle a strisce americane e le stelle rosse cinesi hanno oscurato e riposto momentaneamente nel dimenticatoio della storia l’aquila bicipite del simbolo zarista della Russia di Vladimir Putin.

Mai come in questa occasione gli assenti hanno avuto torto. Soprattutto quando il grande assente è anche perdente, come Putin che per motivi interni, cioé il rischio tutt’altro che remoto di essere rimosso in sua assenza, e di grave imbarazzo internazionale per la pesante sconfitta della fallita invasione dell’ Ucraina, ha disertato il vertice del G20 di Bali.
Un’assenza che rischia di diventare storica e di determinare per i prossimi anni la diarchia mondiale economica, scientifica e militare di Stati Uniti e Cina.
Senza l’imbarazzante presenza del Presidente russo, Biden e Xi Jinping hanno discusso per 180 minuti di tutti i punti controversi che, soprattutto in Asia, contrappongono gli alti e i bassi dell’egemonia finanziaria ed economica degli Stati Uniti e la tumultuosa espansione produttiva e mercantile della Repubblica Popolare Cinese.
“Il mondo si aspetta che gli Stati Uniti e la Cina svolgano un ruolo chiave nelle sfide globali, dal cambiamento climatico all’insicurezza alimentare, e che saremo in grado di lavorare insieme. Gli Stati Uniti sono pronti a fare la propria parte ” ha esordito con un evidente apertura alla distensione e alla collaborazione pacifica Biden nel suo intervento di saluto.
E Xi ha replicato sottolineando come “le relazioni tra Cina e Stati Uniti si trovino attualmente di fronte a una situazione che non é nell’interesse dei due Paesi, dei loro popoli o delle aspettative della comunità internazionale. Come leader di Cina e Stati Uniti, dobbiamo prendere il timone e guidare le relazioni bilaterali nella giusta direzione”. Come dire che é la pace mondiale e non la guerra a muovere lo sviluppo del pianeta.

Un atteggiamento aperturista e trattativista che il Presidente cinese, nonostante il potere assoluto derivante dal terzo mandato appena ottenuto dal Congresso del Partito comunista, non si sarebbe potuto agevolmente consentire alla presenza di Putin, senza segnare una evidente rottura con l’alleato di Mosca.
