Quirinale: il big bang della politica

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Quirinale il big bang della politica
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Il big bang del Quirinale mette la politica con le spalle al muro. Le conseguenze non intenzionali di azioni intenzionali dell’eterogenesi dei fini, sono destinate a rimbalzare sull’opinione pubblica e a determinare il voto degli italiani.

Quirinale il big bang della politica

Nonostante la babele di retroscena e di candidati autentici, d’inciampo o autoillusi, tutte le analisi dei commentatori convergono sulla conclusione che lo spettacolo a reti unificate di un Parlamento frammentato, trasformato in una palude di franchi tiratori, incapace di eleggere a larga maggioranza un Presidente della Repubblica al di sopra delle parti, rappresenterebbe il suicidio delle forze politiche, che in ogni caso a pochi mesi di distanza sarebbero sottoposte al vaglio elettorale con una consistente contrazione di rappresentanti parlamentari. La delicata transizione della riforma costituzionale approvata in via definitiva l’8 ottobre 2019 prevede infatti il taglio del 36,5% degli attuali componenti di entrambi i rami del Parlamento: da 630 a 400 i seggi alla Camera dei deputati e da 315 a 200 quelli del Senato.Quirinale il big bang della politica

Lontano anni luce dalle convulsioni iniziali, l’avvitamento della legislatura iniziata nel 2018 è stato interrotto nel febbraio del 2021 dalla formazione del Governo di unità e ricostruzione nazionale presieduto da Mario Draghi e composto da tutti i partiti, tranne Fratelli d’Italia.

Con l’indiscutibile valore aggiunto del prestigio e della credibilità internazionale del Premier, l’esecutivo ha mobilitato le strutture sanitarie, le regioni e i comuni per fronteggiare la pandemia ed ha incardinato e avviato le riforme strutturali del piano di ricostruzione nazionale finanziato dall’Unione europea. Come non succedeva dal miracolo economico degli anni ’60, la ripresa economica e i successi sul fronte della tutela sanitaria dell’Italia, rappresentano un modello internazionale e, come confermano unanimemente i sondaggi, sono apprezzati e considerati essenziali dall’opinione pubblica nazionale.

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Mario Draghi

Nonostante la drammatica recrudescenza del covid 19, il bilancio governativo più che positivo dell’ultimo scorcio dell’anno si intreccia tuttavia con le nebulose prospettive politiche del 2022.

Prospettive che ruotano sull’iniziale scelta del nuovo Presidente della Repubblica. Una scelta che la tragedia mondiale della pandemia, le sabbie mobili dell’economia sulle quali è ancora in bilico il Paese, l’evoluzione dei contesti internazionale ed europeo mai così favorevoli all’Italia, implicherebbe una convergenza unanime o largamente condivisa. Soprattutto dopo un settennato costituzionalmente esemplare, emblematico e di garanzia per la democrazia italiana come quello del Presidente Sergio Mattarella.

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Sergio Mattarella

Convergenza unanime o quasi contro la quale tuttavia si agitano, sottotraccia, quanti ritengono che in politica il principio di maggioranza prevalga su quello di unanimità. Concetto inconfutabile per quanto riguarda la legittimità della governabilità e dell’operatività amministrativa, ma che non può essere condiviso se si considera che mai come in questa occasione la scelta del Presidente della Repubblica dovrebbe basarsi su un consenso generale che rifletta l’opinione pubblica e sia contemporaneamente all’altezza del riconoscimento del ruolo internazionale dell’Italia.

Una svolta essenziale che la politica è chiamata a compiere per la continuità del successo italiano. Un successo al quale non ci si può più sottrarre, a meno di una plateale autosconfessione equivalente all’oblio, al big bang della politica.Camera dei deputati on Twitter: "In occasione della Giornata Mondiale della consapevolezza sull'#Autismo, la facciata di Palazzo Montecitorio si è tinta di blu nella notte del 1° aprile. Monumenti e palazzi di

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