Nomine, riforme e veleni. L’autunno della giustizia esordisce con l’ennesima contrapposizione fra toghe e politica.
Al Csm, la consigliera laica Rosanna Natoli si é difesa ad oltranza, come un soldato giapponese nella giungla, senza rendersi conto che alcune sue affermazioni rischiavano di esporla ulteriormente e danneggiare ancora di più la parte politica che l’ha fatto eleggere al Consiglio superiore.
L’esito è stato pesante. Col voto unanime di tutti i Consiglieri togati, il plenum del Csm l’ha sospesa dal Consiglio. Con 22 voti a favore, uno in più del necessario quorum dei due terzi, il plenum ha avviato la rimozione dell’incresciosa e delicata vicenda, resa ancora più imbarazzante e insostenibile dall’ostinato rifiuto della Natoli di dimettersi.
A favore della sospensione si sono schierate tutte le correnti dell’Anm, tranne l’indipendente Andrea Mirenda. Contro gli altri cinque laici eletti su indicazione del centro-destra. Due sono state le schede bianche. Assente il Consigliere Dario Scaletta, in missione all’estero.
La delibera é stata votata a scrutinio segreto, ed é stata proposta dal Comitato di presidenza del Csm composto dal vicepresidente Fabio Pinelli, dalla Prima presidente della Corte di Cassazione, Margherita Cassano, e dal Procuratore generale della Cassazione, Luigi Salvato.
Nell’illustrare la delibera a sostegno della sospensione della Natoli, il vicepresidente Pinelli ha evidenziato come il comportamento della laica di FdI – sotto inchiesta da parte della Procura di Roma – “appare riconducibile alla fattispecie del reato di rivelazione di segreto d’ufficio”, per la “violazione dei doveri di imparzialità e terzietà”.
Rosanna Natoli non ha partecipato al voto, e ha lasciato l’aula del plenum dopo aver depositato una memoria ed essere intervenuta, sostenendo che contro di lei era stato lanciato del “fango”, e prendendosela anche con i giornalisti che hanno parlato della sua amicizia col Presidente del Senato Ignazio La Russa, suo concittadino, anziché riconoscerle – ha sostenuto – i meriti professionali. “Non mi dimetto, non accetto processi sommari”, ha affermato, aggiungendo che la sua sospensione “avalla un pericoloso precedente: basta che una procura formuli una iscrizione e si chiede la sospensione di un consigliere del Csm”.
La vicenda che l’ha travolta riguarda il deposito il 16 luglio di una registrazione audio di un incontro in Sicilia, nel suo studio di avvocato, con la magistrata catanese Maria Fascetto Sevillo, sotto procedimento disciplinare a seguito di una condanna penale. Magistrata alla quale Rosanna Natoli avrebbe dato consigli e rivelato opinioni e orientamenti dei giudici disciplinari.
“Anche indipendentemente dai profili penali della vicenda, riteniamo che quanto emerso in ordine ai comportamenti tenuti dalla consigliera Natoli non sia compatibile con l’assolvimento con disciplina ed onore, come imposto dall’art. 54 della Costituzione, della funzione di componente del Csm. Il Consiglio, sospendendo la consigliera Natoli, ha ristabilito le condizioni per operare con serenità e credibilità”, hanno affermato i consiglieri di AreaDg.
La sospensione della Consigliera laica di centro destra si aggiunge ai 4 giudici della Corte Costituzionale su 15, che il Parlamento dovrà eleggere entro la fine dell’anno. Nomine delicate in grado di incidere, in un momento cruciale di riforme contestate dalle toghe e dall’Europa, sugli assetti istituzionali dei rapporti fra governo e magistratura.