La sindrome del coronavirus cinese sta provocando crescenti conseguenze economiche nell’interscambio commerciale e nei flussi turistici con Pechino. Previsto in particolare un calo delle esportazioni alimentari e manufatturiere dalla Cina.
Intanto continua a salire nella provincia interna cinese di Hubei, ma non viene ufficialmente comunicato, il numero dei decessi tra i pazienti colpiti dal nuovo coronavirus polmonare, simile alla Sars.
Migliaia i contagiati sottoposti a ricovero ospedaliero in altre 30 province del Paese, secondo quanto ha riportato la televisione di Stato ‘Cctv’.
Nel tentativo di contenere l’epidemia, le autorità cinesi hanno bloccato vie di comunicazione, trasporti e mezzi pubblici in 12 città, isolando circa un centinaio di milioni di persone. La misura è stata presa in occasione del weekend dei festeggiamenti del Capodanno cinese, periodo caratterizzato da spostamenti in massa.

L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), ha dichiarato una nuova emergenza in Cina, ma non a livello globale.
Fino a questo momento le vittime si sono registrate solo in Cina, ma in Asia sono stati segnalati casi di contagio anche in Thailandia, Vietnam, Singapore, Giappone, Corea del Sud, Taiwan, Nepal, e Malaysia.
Confermati casi di contagio in Francia, Stati Uniti e Australia. Il ministro della Sanità francese, Agnes Buzyn, ha reso noto che i casi di contagio sono stati riscontrati a Parigi e a Bordeaux.
Questi i sintomi e le terapie:
febbre, tosse, raffreddore, mal di gola, affaticamento polmonare. Non ci sono terapie specifiche, quindi la malattia attualmente si cura come i casi di influenza grave, con farmaci antipiretici e antinfiammatori, e idratazione. Quando c’è una crisi respiratoria acuta, il paziente viene seguito in rianimazione .
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