by Gianfranco D’Anna
Guerra in Ucraina anno zero. A meno di tre settimane dal terzo anniversario dell’inizio della fallita invasione scatenata dalla Russia di Putin, il miraggio trumpiano della pax americana imposta a Mosca e a Kyiv é ancora nebuloso e prima di concretizzarsi lascerà trascorrere altre settimane, o mesi, di bombardamenti, morti e distruzioni, in aggiunta a quelle dei 1096 giorni dei tre anni di conflitto. 
Il convulso scenario internazionale innescato dalla nuova amministrazione Usa rischia di complicare, invece che semplificare, l’epilogo dei combattimenti fra l’armata russa e le truppe ucraine. Il big bang del ritorno alla Casa Bianca di Donald Trump, con la deportazione in catene degli immigrati clandestini, il caos dei dazi, la minaccia di invadere la Groenlandia e di riappropriarsi del canale di Panama, per non parlare della penultima boutade della striscia di Gaza da trasformare in una riviera turistica, rende poco credibili le iniziative per raggiungere un cessate il fuoco.
L’ego-imperialismo di Trump, caratterizzato da un passo in avanti e due indietro, é stato finora tamponato dall’incremento del sostegno militare e dall’apporto di intelligence da parte dell’Inghilterra e dell’Europa.
