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Rubrica di critica recensioni anticipazioni
by Augusto Cavadi
Antonino Miceli é una delle persone che onorano l’Italia e compensano la viltà, la corruzione, la piccineria d’animo di tanti altri concittadini.
Nelle pagine di E tu lo sai chi sono io? Storia di una ribellione al pizzo” Di Girolamo, Trapani 2025, Miceli, narra la sua storia di ribellione alle richieste mafiose di pizzo, le sue vicende giudiziarie e personali, la sua attuale condizione di “testimone di giustizia” (cittadino che si oppone al mondo mafioso e collabora con le autorità giudiziarie per perseguire i criminali) da non confondere con la condizione di “collaboratore di giustizia” (denominazione riservata ai cittadini che, avendo fatto parte di associazioni criminali, se ne sono poi distaccati per motivi talora nobili e più spesso meno nobili).
Per varie coincidenze, ho conosciuto Nino una ventina di anni fa e ho avuto il privilegio di accompagnarlo in varie sedi (università, scuole, associazioni, sindacati…) dove ha raccontato la sua storia.
Indimenticabile la prima volta, nell’Aula Magna della sede storica dell’Università di Palermo, con la partecipazione di un magistrato che avevo avuto tra i miei alunni al liceo e che, proprio all’esordio della carriera, aveva brillantemente sostenuto l’accusa contro i persecutori di Miceli: Antonino Di Matteo.
Intanto Nino Miceli mi ha espresso il desiderio di raccogliere in un testo organico quanto si trova in pubblicazioni e interviste di difficile reperimento, integrato con vicende e riflessioni – non meno significative – fino al momento presente.
È stato per me un onore prestare una mano a un personaggio pubblico che, intanto, é diventato uno dei miei amici più cari. Il risultato é una narrazione puntellata da disgrazie, muri di gomma e colpi di scena, talmente avvincente da stentare a ritenerla – come in effetti é – veridica sin nei minimi dettagli: sembrerebbe un testo di scrittura collettiva prodotto da Kafka, Pirandello e Camilleri.
