Cambio in corsa Conte Di Maio o Cinque stelle in fase terminale ? Cronache, indiscrezioni, commenti e gossip concordano sulla possibile chance in extremis di una svolta affidata a Luigi Di Maio oppure sull’agonia che starebbe per precedere l’inedita morte in diretta del Movimento fondato e probabilmente affondato da Beppe Grillo.

Altro che “la situazione è grave ma non è seria” di Ennio Flaiano. Surriscaldata dall’afa e dalle tensioni fra fazioni e leader contrapposti, l’atmosfera fra i grillini è piuttosto quella del principio della fine e del si salvi chi può.
L’impressione è che la tattica dell’eterno rinvio di Giuseppe Conte abbia fatto perdere all’ex Premier l’attimo fuggente per essere acclamato all’unanimità leader dei 5 Stelle. Attimo fuggente materializzatosi all’indomani delle dimissioni da Presidente del Consiglio, quando tutto il Movimento, per non parlare di Goffredo Bettini, Nicola Zingaretti e buona parte del Pd, tributavano una interminabile standing ovation a Giuseppe Conte che lasciava Palazzo Chigi. In quei momenti, tanto nei gruppi parlamentari, quanto al vertice dei 5 Stelle, nessuno si sarebbe opposto all’immediata assunzione della leadership da parte di Conte. 
Passato il magic moment, per il sedicente avvocato del popolo difficoltà e ostilità si sono moltiplicate. Dall’iniziale, strisciante, antagonismo con Luigi Di Maio, che ritiene di avere la physique du rôle del capo politico dei 5 Stelle, a quello insormontabile di Beppe Grillo, il muro contro muro si è trasformato in una muraglia.
Il riferimento alla grande Muraglia Cinese non è casuale, perché dopo la freddezza con la quale Conte aveva evitato di solidarizzare con Grillo per lo scivolone del video a favore del figlio inquisito, si è aggiunta la goccia che ha fatto traboccare il vaso della mancata partecipazione dell’ex Premier all’incontro con l’Ambasciatore della Cina in Italia, Li Junhua, in chiave anti governativa e dichiaratamente filo cinese. Lo Statuto, che pure trasuda dell’ego politico di Conte e che comunque potrebbe essere rivisto e corretto, è in realtà solo un casus belli perché i veri motivi dello scontro in atto fra Grillo e Conte riguardano il mancato ed aperto schieramento dell’ex Premier sulle posizioni del garante e fondatore del Movimento sulle delicate questioni riguardanti il figlio e soprattutto sulla scelta della Cina come punto di riferimento internazionale.
