Cyber Security:una guerra totale a colpi di microchip
Microchip. Alla base di tutto ci sono i microchip. Parafrasando Archimede si può ben dire “piazzatemi un microchip e vi rivelerò un mondo”. Esempio: tutti i contatori dell’energia elettrica dispongono di microchip che trasmettono i dati di consumo.
Ma i microchip sono in grado di distinguere se si è in casa o no, quando e quanto si accende una lampadina, il computer, un forno, un asciuga capelli, una lavastoviglie, la lavatrice. Dati che evidenziano esigenze, tendenze, consumi.Utilizzabili per monitorare spostamenti, programmare pubblicita’ e tanto altro ancora.
Dati che concorrono a valutare individualità, tenore di vita, aspetti particolari.
Esempi elementari che proiettati su cellulari, computer, carte di credito, televisori, auto, telecamere di sorveglianza e satelliti determinano sistemi integrati di controllo totale.
Non è un’ipotesi, una possibilità teorica, ma una realtà attuale, di ieri, di oggi, di domani. Una realtà che coinvolge ciascuno di noi, indistintamente. Lo evidenzia, al di là dei retroscena, il clamoroso caso di cyberspionaggio scoperto a Roma.
“Nell’epoca del controllo globale, la centrale di cyberspionaggio scoperta dalla Polizia Postale potrebbe essere solo la punta di un iceberg” sottolinea Mario Caligiuri, direttore del Master in intelligence dell’università della Calabria. “
Nessuno è indenne dalla attività di spionaggio informatico – afferma Caligiuri – perché lasciamo ovunque delle tracce indelebili della nostra vita e delle nostre attività, e queste possono essere seguite e raccolte da chiunque con l’ausilio di strumenti ormai a buon mercato“.
Questo rischio informatico ha un risvolto ancora più allarmante: il bassissimo costo del cyberspionaggio, conferma Giuliano Tavaroli, esperto del settore ed ex capo della sicurezza di Telecom e Pirelli, coinvolto anni fa in un’inchiesta della Procura di Milano.
“ E’ addirittura facile – spiega Tavaroli– andare sul mercato illegale, chiamato anche deep web e comprare strumenti per questi attacchi, o noleggiare ad ore delle botnet, delle reti che spediscono il malware, per poche decine di migliaia di dollari pagati in bitcoin, la moneta digitale”
Il vero rischio é che l’Italia perda la guerra della cyber security. Settore per il quale Il governo l’anno scorso ha annunciato un investimento straordinario da 140 milioni.
Briciole. La Francia un mese fa ha rilanciato con un investimento da 1miliardo e 400 milioni di euro per gli strumenti di cyberwar mentre l’Inghilterra ha dichiarato di voler investire 15 miliardi di sterline e gli USA hanno dichiarato di voler aggiungere altri 17 miliardi di dollari di intervento straordinario agli oltre 70 miliardi abituali del bilancio dell’intelligence.
E i risultati sono sotto gli occhi di tutti….