Dalla sottigliezza democristiana e dalla grande esperienza amministrativa ed economica del neo Vice Presidente esecutivo della Commissione Europea Raffaele Fitto, le strategiche deleghe ministeriali dell’attuazione del Pnrr, degli Affari europei, del Sud e delle Politiche di coesione, passano nelle mani di Tommaso Foti, segni politici particolari: cofondatore di Fratelli d’Italia e fedelissimo della Premier Giorgia Meloni.
Prima ancora di interrogarsi sulle attitudini di poliglotta e di gnoseologia europea del neo Ministro, per gli ambienti parlamentari e istituzionali si tratta di un’occasione sprecata per l’Italia e per la Meloni.
Non é un mistero che per la Premier la principale candidata accreditata internazionalmente per subentrare a Fitto sia stata Elisabetta Belloni, attuale Direttrice del Dipartimento per la sicurezza e l’intelligence, reduce dal grande successo del coordinamento della gestione organizzativa del G7 in Puglia.
Una nomina che sarebbe stata stoppata dal veto implicito attribuito alle preoccupazioni di Antonio Tajani, che avrebbe temuto – a ragione – il confronto in Consiglio dei Ministri con l’Ambasciatrice Belloni sui temi della politica internazionale e dei rapporti con l’Europa.
La concomitante fronda di Forza Italia sulla legge di bilancio e sul tema dell’aumento del tetto di pubblicità della Rai, un tema molto sensibile per il partito che si richiama all’eredità di Silvio Berlusconi, padre padrone tanto di Fi che del polo televisivo privato, ha fatto sì che la soluzione di compromesso passasse per la nomina di Foti.
Che comunque, fanno osservare gli editorialisti politici, gestirà le delicate deleghe dell’attuazione del Pnrr e degli affari europei con la supervisione di palazzo Chigi e dello stesso Raffaele Fitto da Bruxelles.
Probabilmente, si osserva maliziosamente in Transatlantico, a guadagnarci sarà il gruppo parlamentare alla Camera di Fratelli d’Italia che sarà presieduto dal 49enne Galeazzo Bignami, già viceministro delle Infrastrutture e dei trasporti.
Bignami è stato preferito al deputato Manlio Messina, vice e vicario di Foti, perché la Premier voleva un esponente aggressivo e mediatico, pronto a rispondere direttamente a lei e alle sue indicazioni.
Sembrerebbe che a via della Scrofa abbiano ben presente la definizione del drammaturgo norvegese Ibsen : “il grande segreto del potere é non voler mai fare di più di quanto tu possa realizzare.”