Affondo, fendente e stoccata parigina, alla D’Artagnan. Così Giorgia Meloni ha messo all’angolo in un colpo solo Matteo Salvini e Giuseppe Conte ed é balzata sul piedistallo di interlocutrice di riferimento per l’Europa di Donald Trump, che l’ha invitata a Washington per l’insediamento. 
A Roma e Bruxelles, il quarto d’ora di fattivo colloquio a Parigi fra la Premier e il Presidente eletto americano stanno già provocando sismiche onde d’urto politiche.
Spiazzati dal blitz della Presidente del Consiglio Salvini e Conte che vantavano rapporti diretti con Trump si sono visti di colpo delegittimati e accantonati, mentre il concomitante avvitamento dei governi tedesco e francese, lo stretto rapporto col segretario generale della Nato Mark Rutte e la diffidenza della nuova amministrazione nei confronti della Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, conferiscono all’Italia di Giorgia Meloni l’inedito ruolo di baricentro con la Casa Bianca. 
Una partenship che farà lievitare ulteriormente il consenso elettorale della leader di Fratelli d’Italia e che, oltre agli autogol e alle traversie giudiziarie di Matteo Salvini ed alla bocciatura dell’autonomia regionale, renderà sempre più evidente l’emorragia di voti della Lega e affosserà definitivamente la sua segreteria ormai classificata come perdente.
Senza alcun ruolo di governo e alle prese con lo scontro all’ultima stella natalizia col fondatore del movimento Beppe Grillo, l’ex premier per caso Giuseppe Conte non é neanche in grado politicamente di ricordare a Trump di essere il “Giuseppi” del precedente mandato presidenziale.
Approvata la legge di bilancio e resettato l’esecutivo con l’eventuale accorpamento della delega del ministero del turismo ad un altro dicastero e raggiunto un accordo di “legislatura” con Forza Italia tendenza Berlusconi family, la Premier si appresta ad affrontare il nuovo anno sull’onda della proiezione internazionale euroatlantica dell’Italia e dei nuovi scenari europei e mediterranei determinati rispettivamente dall’evoluzione della crisi economica politica di Germania e Francia, dall’andamento della guerra in Ucraina e dalla refluenza in nord Africa dei mutati equilibri in Siria e Medio Oriente.
Più in alto si vola più si vede lontano. Mentre alleati e opposizioni sono alle prese con la frammentazione interna e delle alleanze, il governo segue la rotta e la capacità strategica della Premier. “I governi devono essere conformi alla natura degli uomini governati” sosteneva non a caso il filosofo Giambattista Vico.
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